28 Ago 2024In Calcisticamente5 Minuti

E mo chi pijo? Le caratteristiche psicologiche a cui un direttore sportivo fa riferimento prima di acquistare un calciatore

Ci siamo, pochi giorni al gong e terminerà, almeno per il momento, il calciomercato. E li sarà il tempo dei primi bilanci, si valuterà l’operato di ogni società, la completezza di ogni rosa e per i tifosi sarà la fine di una parte dei sogni e delle aspettative (esaudite o no) e da qui nuovi desideri e speranze per i prossimi acquisti.

Il ruolo del direttore sportivo
Il ruolo chiave nelle trattative di calciomercato è ad appannaggio del direttore sportivo, che rappresenta la figura che si occupa di tutti gli aspetti strategici della società sul fronte della composizione della rosa, definendo gli obiettivi e relazionandosi con lo staff tecnico. È colui che cuce i rapporti tra il comparto squadra e la società (anche nelle situazioni più delicate e di attrito tra i diversi componenti) e deve possedere diverse e complesse competenze sul piano economico e gestionale di una azienda, ma anche nozioni di diritto del lavoro, oltre ad una grande conoscenza dei calciatori (per questo si avvale sempre di un pool di collaboratori e osservatori con cui forma reti di comunicazione). La parte più complessa del suo lavoro è quella di mantenere sempre una visione d’insieme di molteplici variabili, infatti non si tratta solo di intavolare trattative, ma di scegliere in maniera corretta i giocatori da acquistare e per fare questo deve tenere a mente diversi fattori, sia tecnici che psicologici.

Tratti psicologici dei calciatori in sede di acquisto
Tutti noi tifosi, aprendo i siti cerchiamo il grande nome ad effetto, quello che ci fa vibrare le corde del piacere, ma quando una società acquista un calciatore deve riflettere su diverse caratteristiche.
Oltre alle qualità tecnico-tattiche di ogni calciatore c’è sempre dietro una personalità che deve essere ben studiata prima di far entrare un nuovo membro all’interno del gruppo squadra, che ricordo essere un sistema, e in quanto tale tende al mantenimento dell’equilibrio (seguendo il concetto di omeostasi). In ambito psicologico per omeostasi si intende la tendenza della mente a cercare una stabilità emotiva e cognitiva. Nel gruppo invece, dove sono presenti intense interazioni tra i membri, l’omeostasi si riferisce all’equilibrio tra due forze, una centrifuga in cui c’è una sorta di antagonismo (competizione tra i componenti del gruppo) e una centripeta che tende all’adattamento alle regole del gruppo. Solo un buon bilanciamento di queste due porta al compromesso e alla coesione. Per questo motivo qui, quando un direttore sportivo sceglie un calciatore lo farà anche valutando la capacità di quest’ultimo di integrarsi nei gruppi e con il resto della squadra, quindi porgerà la sua attenzione su alcune caratteristiche che si sposino con il tipo di spogliatoio (esempio lampante di ciò quando acquistando Batistuta, venne preso anche Balbo per creare una buona amalgama).
Altro importante fattore che viene indagato è quello della “fame” che il calciatore ha, e può essere valutata anche attraverso “l’aggressività”. Per avere un punto di riferimento possono essere prese in considerazione ad esempio sia le statistiche di recupero di palloni, di scatti, di km percorsi in media a partita o di contrasti vinti, ma anche per esempio la gestione dell’aggressività, ovvero valutando la capacità del calciatore di mantenere i nervi saldi e non incorrere in cartellini pesanti per reazioni spropositate.
Altri valori che vengono attenzionati sono quelli che si riferiscono alle capacità attentitive dei calciatori, ovvero il numero dei passaggi riusciti, i tiri nello specchio o le diagonali e sovrapposizioni. Se questi a livello tecnico possono essere quantificati, è possibile anche la valutazione dello stile attentivo del calciatore, ovvero la sua bravura nel rimanere “freddo” e lucido anche in ambienti “caldi” o quando si è sotto pressione (sia degli avversari che del contesto ambientale), quindi la capacità di selezionare i giusti target e filtrare i stimoli distrattori.
Una stima attendibile di tutti questi parametri è data dall’analisi dei biofeedback, a cui fanno riferimento i vari DS prima di fare offerte per l’acquisizione delle prestazioni sportive dei calciatori.
Nel prossimo articolo scopriremo nel dettaglio cosa sono di preciso i biofeedback e come vengono registrati.
Nel mentre torniamo a spulciare i siti fino al 30 Agosto a mezzanotte, spingendo compulsivamente il tasto F5 per rimanere aggiornati in tempo reale sul possibile esaudimento del sogno del nostro amato calciatore che non vediamo l’ora che indossi i nostri vessilli.

dott. Emanuele Capone
(psicologo/psicoterapeuta)