IL TEMPO – MAGLIARO – «No, non lo so, stiamo aspettando tutti». Fra i 5Stelle capitolini questa è la risposta alla domanda: cosa aspetta il sindaco di Roma, Virginia Raggi, ad iniziare le procedure per portare in votazione al Consiglio comunale lo Stadio della Roma? Già da due-tre settimane sul tavolo della Raggi c’è una relazione firmata da Roberto Botta, l’ingegnere vice direttore generale del Campidoglio cui è stato demandato dal Sindaco il coordinamento effettivo di tutti gli uffici tecnici che stanno lavorando al dossier Tor di Valle. Da allora, però, nuovamente silenzio.
All’urbanistica, complice il caos dell’Ufficio Condoni legato all’ultima inchiesta della Procura, non hanno ancora terminato le rivisitazione di tutte le carte tecniche anche perché gli uffici aspettano un cenno di assenso dalla Raggi per chiudere tutto. Ma pure se non tutte le carte tecniche sono perfezionate, la «ciccia» politica è tutta nella relazione Botta. E con quella la Raggi dovrebbe iniziare il complesso iter che porterà al voto finale, l’ultimo passaggio politico che dà il via libera definitivo ai cantieri, iniziando dagli incontri con i consiglieri di maggioranza per evitare sorprese e mal di pancia il giorno del voto. Fra l’altro, nel cerchio ristretto dei «Raggi boys», circola un’altra considerazione: la Giunta è entrata nell’ultimo anno di attività. A giugno 2021 scade il mandato ma, considerando che gli ultimi quattro-sei mesi sono di campagna elettorale, ne restano più o meno fra i 6 e gli 8 per arrivare alla posa della prima pietra dello Stadio in tempo utile perché la Raggi possa giocarselo come carta per l’eventuale corsa per il bis. Facendo la tara con i tempi tecnici post voto per arrivare all’apertura dei cantieri, siamo già molto vicini al tempo limite. Insomma, serpeggia sorpresa e preoccupazione: Virginia deve fare in fretta se vuole usare la foto sul cantiere dello Stadio per la campagna elettorale e il tempo per arrivarci è ormai ridotto al lumicino.