Totti: “Per la Roma ho dato tutto, non volevo smettere. Fonseca mi piace, non ha paura di niente”
Francesco Totti, ex capitano e giocatore della Roma, ha tenuto una diretta Instagram con Christian Vieri durante la quale ha parlato della società giallorossa e del suo passato:
Su Fonseca
“Fonseca è bravo, me ne parlano tutti bene sia come allenatore che come persona. Mi piace lui, è uno offensivo e non ha paura di niente. Ora però bisognerà vedere se riprenderanno“.
Sugli allenamenti
“Mi alleno almeno due volte al giorno, non mi sono mai allenato così in vita mia. Un’ora la mattina e una il pomeriggio. Nella prossima seduta mi attendono le scale, quelle piccole e quelle grandi. Poi 40 minuti di corsa, anche perché domani sera (oggi, ndr) pizza e gelato. Ora peso circa 88 kg, tanto non devo fare le sfilate. Anche Christian si allena con me tutti i giorni”.
Sulla sfida Italia-Germania Legends di ottobre
“Sembravamo scapoli e ammogliati, qualcuno mi ha fatto effetto quando si sono spogliati perché poi ripensi a tutto quello che avete fatto, mi viene da piangere. Molti andavano pianissimo, io sembravo Ronaldo il Fenomeno dei tempi belli, volavo in confronto a loro. Purtroppo o continui ad allenarti o è finita“.
Sul calciotto
“Ho la mia squadra, con me ci sono Pizarro, Vucinic, Tonetto, ogni tanto Aquilani. Gli avversari volano, soprattutto i ventenni, non riusciamo a stargli dietro. Candela non ce la fa a giocare, sta sopra ai 100 kg. Il mister? Uno dei più scarsi (ride, ndr)”.
Sulla TV
“Guardo Netflix, ma ormai ho visto tutte le serie. Dobbiamo rivedere le nostre partite, o almeno i nostri gol. Erano bei tempi”.
Infine una promessa
“Domani ti lancio una challenge carina, preparati. Non devo muoverti, è una cosa che si fa da fermi”.
Diretta Instagram anche con Luca Toni, compagno alla Roma e di nazionale nel 2006 quando diventarono Campioni del Mondo:
Sulla beneficenza.
“Non è la cifra che doni, ma il gesto. Ognuno dà quello che può”.
Il mare è fatto di tante goccioline d’acqua…
“Il mare non finisce mai. Devi sempre centellinare. Speriamo che questa sia una partenza. Nel senso che la gente continui a fare questa beneficenza, anche se per poco”
Hai mai visitato Roma?
“Non posso, ti riconoscono anche con la mascherina”.
Poi ti dicono di tornare alla Roma?
“Non è che debba fare una passeggiata in centro per sentirmelo dire (ride, ndr)”.
Vengono i tifosi sotto casa?
“Anche dietro! C’è un cancello, ci sono le guardie…”
Stai vedendo qualche giovane buono?
“A distanza, controllo”.
Quanta gente hai che guarda i giovani?
“Ho 2-3 persone che fanno i capi scout. In più altre in giro per l’Italia e per l’Europa. L’ultima parola spetta al padrone. Qualcosa la azzecco”.
A parte me, che sono stato l’attaccante più forte, quale sarebbe un attaccante col quale avresti voluto giocare?
“Il sogno mio è sempre stato Ronaldo”.
L’hai mai chiamato per farlo venire a Roma?
“Avremmo dovuto fare i buffi per 100 anni (ride, ndr). Per me è stato il più forte di tutti”.
Come andava…
“Tra Barcellona e Inter è stato devastante. Aveva una testa diversa, era imbarazzante. Ogni tanto guardo i video in televisione, mamma mia. Che bello”.
Secondo te chi è il 10 più forte?
“Dybala. Gioca poco, ma hai visto chi ha intorno? Con tutto il rispetto, parliamo di extraterrestri. Se diventassi allenatore, li farei giocare tutti e tre. Douglas Costa? Quando sei in una grande squadra, ci sono tanti giocatori forti e le scelte vanno fatte. L’allenatore deve essere bravo a gestire”.
Potresti farlo arrivare alla Roma…
“Tu pensi che ci voglia venire?“
Magari cambia la società e arriva uno coi soldi e che voglia investire
“Magari vuoi andare in una squadra per vincere, quando vieni a Roma però non vuoi più andare via”.
Se penso a quello scudetto che abbiamo perso…
“Roma è qualcosa di particolare, è diversa da ogni altra città”.
Per quanti anni hanno festeggiato i tifosi dopo il 2001…
“Fino all’anno scorso (ride, ndr)”.
Altri giocatori forti?
“Insigne. Ci stanno un po’ di giocatori. È difficile trovarne del nostro livello. In passato a Brescia e Bologna trovavi giocatori incredibili. Era troppo più bello e affascinante”.
C’erano più giocatori perché facevano i gol, adesso si montano la testa su Instagram… noi attaccanti eravamo da 20 gol in su, adesso superano 10-15…
“Eravamo altri giocatori. È brutto dirlo, ma erano altri tempi”.
L’unico è Immobile.
“Chi?”
Immobile.
“È un bel giocatore. Ti capitano quelle annate in cui come tocchi palla fai gol…”
Mancini sta facendo bene in nazionale…
“La nazionale è forte! Ha i migliori giovani, 5-6 giovani di prospettiva”.
Zaniolo, Chiesa…
“Ce ne stanno tanti. Poi ci sono Insigne, Immobile, Chiellini, Bonucci, Verratti… ce ne stanno di giocatori. C’è Florenzi…”
Magari con un anno di esperienza in più si può fare qualcosa di bello.
“Già rischiavano di fare bene quest’anno. Dal 2006 c’è poca roba…”
L’unico che è rimasto del 2006 è Buffon…
“Gigi ha rinnovato, eh (ride, ndr)! Altri 2-3 anni li può fare a mani basse. Se fa le partite tranquille le fa con la pipa in bocca. Se sta bene fisicamente, perché no? È un discorso di voglia, ma sembra che lui ce l’abbia. Fortunatamente prende anche meno botte. Non è che lo fa per soldi poi, lo fa perché gli piace”.
Quando smetti ti manca il campo…
“Vuoi parlare con me di questo argomento?”
Il tuo addio stato uno dei più emozionanti.
“Io non volevo smettere, stavo bene fisicamente, perché dovevo? Poi non volevo giocare sempre, non ho imposto niente a nessuno”.
Hai smesso perché non volevi lasciare la Roma?
“Ho fatto questa scelta di vita, dovevo rovinare questo percorso? Non mi cambiava niente, sia sul lato economico che su quello sportivo. Se devo cambiare per fare un anno in più non cambia nulla. Non sono stupido, non ho 10 anni. Se sto bene fisicamente, mentalmente e vedo che durante gli allenamenti posso dare il mio, perché non arrivavo secondo a nessuno…”.
Io arrivavo secondo anche quando giocavo (ride, ndr).
“Ma avevi la scusa che eri giovane. Ma se stai sempre al 100%, lo so che non gioco tutte le partite, non sono stupido. Ma stando là aiuti i giovani, l’ambiente, l’allenatore e sei a disposizione nei momenti di difficoltà. Sarei stato contento anche non giocando, mi bastava far parte del gruppo. Ogni volta che entravo, lo stadio si accendeva sempre di più. Era un bene per me e per i compagni. Comunque, c’è sempre una fine. Il problema è che alcune persone mi dicevano che avrei deciso io e poi è arrivato il momento in cui mi hanno messo da parte. Ci sono rimasto male perché per la Roma ho dato tutto, mi sarei tagliato anche una gamba”.
Quando non servi più neanche ti chiamano più…
“La vita è così, ci mancherebbe altro. Ma alla fine dispiace”.
Porterai qualche ottimo giocatore alla Roma.
“Spero di trovarglielo, per la Roma”.
Col presidente c’è un bel rapporto (ride, ndr).
“Finché è così non penso che rimetto piede a Trigoria. Ogni volta che porto Cristian, resto fuori dai cancelli. Non ho mai più messo un piede a Trigoria. Certe volte resto in macchina e mi viene da piangere a pensare che dopo 30 anni non posso più entrarci”.
Non vai perché ti fa star male?
“Ho lasciato, basta. Amici lì ne ho tanti e guai a chi me li tocca. Escono fuori dal cancello e mi vengono a salutare”.
Tuo figlio gioca a Trigoria? Non vedi la partita?
“No, lo giuro. Mi ammazzerei. Ma non ho paura di nessuno, ho sempre rispettato tutti. Lui ogni tanto mi chiede di venire, la cosa brutta è portarlo“.