11 Apr 2020In Rassegna stampa1 Minuti

Menez: “Ero come Kakà e mi voleva Conte, ma ho fatto troppe cavolate”

GAZZETTA DELLO SPORT – Jeremy Menez, giocatore che in Italia ha vestito la maglia della Roma e del Milan, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano sportivo in cui ha parlato del proprio passato, dell’esperienza con la maglia giallorossa e di quello scudetto mancato sotto la gestione Ranieri. Queste le sue parole.

Ci racconti il rapporto con Spalletti e Ranieri… 
«Luciano era una bella persona. A volte mi sgridava, voleva farmi crescere. Sia lui che Ranieri sono stati due secondi padri. Mi guardavano con un occhio di riguardo. Nel 2010, poi, sfiorammo lo scudetto, non capisco ancora il perché di quella sconfitta con la Samp. A Roma non ho vinto niente, ma ho vissuto tre anni pieni di passione. Con grandi compagni, primo fra tutti Totti, un fratello maggiore. In campo ci intendevamo a occhi chiusi. I primi mesi ho vissuto a casa dei suoi genitori, come aveva fatto anche Cassano anni prima. Persone fantastiche, come De Rossi. Giocavamo a carte durante i ritiri e stavamo sempre insieme».

Segue ancora la Serie A?
«Soprattutto Milan e Roma. Pastore è un amico. Talento puro. Peccato per gli infortuni, ma se sta bene è una garanzia. Poi voglio Mandare un abbraccio a Mihajlovic, tornerà più forte di prima»