IL MESSAGGERO – LIGUORI – Commovente, disarmante, come un pesciolino rosso tra gli squali: Paulo Fonseca parla alla vigilia di Roma- Brescia, al termine di una settimana gonfia di notizie bollenti come se niente fosse. Tutti stanno bene, tranne Spinazzola, Pastore e Mkhitaryan, per gli altri decide lui. Intanto, i tifosi si occupano di altro: Pallotta se ne va, la proprietà passa ad un altro statunitense? Finalmente una buona notizia, hanno pensato in molti, però l’intervista di Francesco Totti alla radio, ripresa dal Messaggero, ha spento gli entusiasmi. Il capitano non ci crede, perché «chi mette le mani nel club capisce cosa c’è dentro». Noi abbiamo capito: una frenesia nell’inseguire plusvalenze e profitti quasi autodistruttiva, una volontà incrollabile nel distruggere i principali uomini simbolo, romani e no. Dopo i capitani, Totti e De Rossi, anche Radja, che sta guidando il Cagliari. E Dzeko, recuperato in extremis. Adesso tocca a Florenzi: lo abbiamo visto in perfette condizioni in azzurro. Perché Fonseca gli preferiva giocatori infortunati o precari? Chiaro: se Roma lo dimentica, è più facile venderlo. Ci restano il grande talento di Zaniolo e Pellegrini, ma anche Nicolò, secondo Totti è destinato a partire. Arriveranno altri americani? Non sappiamo, ma abbiamo le idee fin troppo chiare su Pallotta e i suoi uomini.