IL MESSAGGERO – TRANI – La zona Champions torna in palio all’Olimpico: la Roma ospita (ore 15) il Napoli, appena sorpassato nel turno infrasettimanale. Scontro diretto, dunque, fondamentale per il presente e per il futuro. Lo sa bene Fonseca che, dopo aver perso quello in casa contro l’Atalanta, ha ripreso quota in classifica con i 2 successi di fila contro il Milan e l’Udinese. Adesso ha la chance per staccare la rivale, in partenza accreditata come la principale pretendente al trono della Juve. Ancelotti rischia più del portoghese: proprio nello stadio in cui vinse, indossando la maglia giallorossa, il suo 1° scudetto da calciatore, può uscire con largo anticipo dalla corsa al titolo.
PRIORITÀ AL GIOCO – Mercoledi sono stati protagonisti gli arbitri Irrati e Giacomelli che hanno rovinato rispettivamente le garte della Roma e del Napoli e avvelenato la vigilia. Fazio e Ancelottisqualificati e senza motivo, con il ricorso d’urgenza (e disperato) della società di De Laurentiis alla Corte d’Appello Federale che stamattina si pronuncerà sulla presenza del tecnico in panchina. La partita dell’Olimpico tocca, intanto, all’internazionale Rocchi, figura di garanzia che dovrebbe soffocare ogni protesta in campo e fuori. Ma più che preoccuparsi della prestazione del direttore di gara fiorentino e dell’affidabilità del suo collega bolognese Aureliano che si dedicherà alla Var, il pubblico avrebbe il diritto di gustarsi le performance degli interpreti e le strategie degli allenatori. Il match offre spunti tattici e tecnici di primo piano. Imperdonabile sarebbe metterli in secondo piano per colpa della crisi arbitrale che penalizza lo spettacolo con gaffe inspiegabili nell’éra della tecnologia.
ANCORA EMERGENZA – Fonseca ha convocato solo 19 giocatori (ancora 7 assenti): «Non contano l’allenatore e i giocatori, ma la mentalità. La Roma sta giocando come piace a me. Corta, attenta e propositiva. E capace nella gestione del pallone. Ha ambizione che è quella che fa la differenza». Turnover sempre al minimo: possibili 2 novità e, a quando pare, solo in difesa, con Spinazzola per Santon e Cetin (sarebbe la prima da titolare, l’alternativa è Jesus) per Fazio. Il portoghese vuole andare sul sicuro, confermando traccia e singoli. Del resto ha recuperato, negli ultimi 2 turni, 4 punti ad Ancelotti che, pareggiando domenica a Ferrara contro la Spal e in casa mercoledì contro l’Atalanta, è uscito dalla zona Champions.
FLESSIONE IMPROVVISA – Il rendimento del Napoli, dopo 10 giornate, è mediocre e non paragonabile a quello in Champions: 6° posto e già 8 punti di ritardo dalla Juventus leader del torneo. Il punto debole, al momento, è la difesa: 13 gol subiti. Tra le squadre di vertice, solo Gasperini ne ha contati di più: 16. Ma ha almeno il miglior attacco della serie A, con 30 reti contro le 20 di Ancelotti. Che, nonostante abbia riproposto il 4-4-2, non ha alcuna garanzia dalla difesa a 4. Funziona da qualche partita, invece, quella giallorossa che ha preso 11 gol (stessa differenza reti dei partenopei, + 7). Ma tra i 22 convocati torna l’ex romanista Manolas, in ballottaggio con Maksimovic. Così come Lozano spera di prendere il posto di Mertens in attacco. Gli assenti sono Allan, Ghoulam e Malcuit. A loro si è aggiunto proprio l’allenatore. Che in mattinata saprà se in panchina lascerà da solo il figlio Davide.