IL MESSAGGERO – TRANI – Fonseca mette il suo timbro anche al debutto in Europa League. La Roma supera il Basaksehir (4-0) all’Olimpico e, nella notte in cui festeggia i 50 anni di partecipazioni nelle competizioni Uefa, conquista il secondo successo di fila. Usa il contropiede per prendersi il match e, per la prima volta in stagione, non subisce reti. E continua a divertire: dodici reti realizzate, media di tre a partita, con sette marcatori diversi.
SGUARDO AL DALL’ARA – Fonseca entra in Europa League passando per il turnover. L’attenzione, dunque, non si concentra solo sul Basaksehir che, vale la pena ricordarlo, è al quattordicesimo posto della Super Lig in Turchia e al quinto ko nelle sette gare stagionali fin qui giocate. Domenica c’è la gara esterna contro il Bologna: meglio preservare qualche titolare. Ma la rotazione, almeno a vedere la recita stentata della Roma fino all’intervallo, risulta inizialmente esagerata. Nella formazione di partenza cinque giocatori di movimento su dieci sono diversi: mezza squadra cambiata, dunque, dopo il successo contro il Sassuolo. In panchina si siede anche capitan Florenzi con Mancini, Veretout, Pellegrini e Mkhitaryan. Dentro Spinazzola da terzino destro, Jesus alla sinistra di Fazio in mezzo alla difesa, Diawara accanto a Cristante in mediana, Zaniolo a destra e Pastore trequartista. Il 4-2-3-1 è fiacco. Niente pressing e ritmo. Baricentro più basso del solito e rombo offensivo spesso separato dal centrocampo e dalla linea arretrata. Dzeko va incontro ai compagni, ma la partecipazione è minima. Diawara è impreciso e Cristante statico. Spinazzola avanza più di Kolarov, Kluivert a sinistra è vivace e Zaniolo, sull’altra corsia, comincia bene e sale in quota nella ripresa. I giallorossi riescono, comunque, a passare in vantaggio. Casualmente, però. Il gol è di sponda. Sull’apertura a destra di Dzeko, il cross scontato di Spinazzola. Caiçara devia nella porta di Günok, impegnato solo all’inizio da Zaniolo e, prima dell’autorete, da Pastore. Conclusioni da fuori, senza presentarsi in area.
STRATEGIA DECISIVA – Il Basaksehir dell’ex interista Okan Buruk fa la partita pure nella ripresa. Inutilmente: il 4-1-4-1 è fragile. La Roma, cercando l’equilibrio di squadra, accetta lo svolgimento del match. E va a dama ripartendo. Appoggiandosi soprattutto a Zaniolo che si scatena a destra. Dzeko, prima di mettere al sicuro il risultato, spreca due chance, calciando addosso al portiere su invito di Pastore e ripartendosi, volata solitaria da centrocampo, in contropiede. Toglie anche una rete a Zaniolo che conclude nello specchio su assist di Kolarov. Ma il centravanti, toccando di testa sulla linea, rende inutile la prodezza, realizzando in chiara posizione di fuorigioco. Zaniolo, dopo lo slalom vincente su Topal, fa poi segnare Dzeko, già tre gol nelle quattro partite stagionali (90 in 183 gare in giallorosso), a porta vuota. Favore subito ricambiato dal centravanti per il tris: Zaniolo fa centro di sinistro. Prima della terza rete, gioco di prestigio di Pastore sotto la Sud: dai fischi agli applausi quando lascia il posto a Pellegrini. Dentro Veretout per Cristante e Kalinic, al debutto, per Dzeko. Rotazione in corsa e mirata al campionato. Lo sa bene Kluivert che a fine recupero firma il poker. Vuole tenersi la maglia pure a Bologna, sarebbe la quinta di fila.