GAZZETTA DELLO SPORT – Una Lazio da Champions, una sfida da Premier, una Roma che alla fine si prende un punto che vale il triplo. Un derby mai visto e il fatto che fosse alla seconda giornata naturalmente non c’entra niente. Quello che colpisce è tutto il resto, la combinazione di spettacolo, emozioni, quattro pali, due traverse, gioco offensivo, velocità e ribaltamenti tattici e filosofici. Un lungo romanzo in 90’ che il rigore di Kolarov e il pari di Luis Alberto – soltanto due gol, un peccato mortale – faticano a spiegare. Perché c’è molto di più. Dalle prospettive devastanti di Correa in coppia con Immobile ai passi avanti (e qualcuno indietro) di Zaniolo. Dall’atteggiamento sorprendente di Inzaghi alla paura che spinge Fonseca a rinnegare per una serata i suoi principi. Ne esce sublimata l’immagine della Lazio, forse la squadra più bella oggi in A. Finisce 1-1 ed è un risultato meno sincero del 4-3 di Juve-Napoli. Poteva essere una goleada. È stata la conferma di un’impressione: non sarà una stagione banale, non ci sono finali scritti in anticipo e il nostro pallone sta forse cambiando, come urlano anche gli altri risultati. [..]