Lazio-Roma, un derby a mercato aperto: paradossi e realtà
IL MESSAGGERO.IT – FERRETTI – Non era mai accaduto che il derby della Capitale andasse in scena il primo giorno di settembre. Una novità assoluta, quindi, attende i tifosi di Lazio e Roma. Che, per la prima volta nella storia recente, seguiranno la stracittadina con il mercato estivo ancora aperto. E la faccenda apre il campo a tutta una serie di considerazioni paradossali, ma reali. I giocatori di Roma e Lazio, ad esempio, potrebbero ancora essere trasferiti il giorno successivo, lunedì. E questo significa che un calciatore della Roma potrebbe passare alla Lazio e viceversa. Il che, poche ore dopo il derby, sarebbe veramente singolare. Unico, forse. Irripetibile, quasi. Il derby a mercato aperto vuol dire che Dzeko potrebbe segnare due reti alla Lazio e il giorno dopo passare alla corte di Simone Inzaghi; stesso discorso per Ciro Immobile che domenica potrebbe dare un dispiacere a Paulo Fonseca e poche ore dopo stringergli la mano da nuovo giocatore della Roma. E’ evidente che siamo nel campo delle probabilità 0 (o quasi: mai dire mai), soprattutto perché a Roma sono rarissimi casi di passaggio di calciatori da una sponda all’altra (e mai dopo un derby). Ma il regolamento del calciomercato non lo vieta.
DOPPIA VESTE – Molti, nel passato più o meno recente, sono stati i calciatori che hanno indossato le maglie sia di Roma che di Lazio, ma soltanto due sono riusciti a far gol con entrambe le casacche. L’ultimo è stato Aleksandar Kolarov, che ha fatto centro nel derby d’andata della passata stagione. Il primo era stato Arne Selmosson nella seconda metà degli anni ’50 in ben cinque occasioni: a favore della Lazio nel 2-2 del marzo 1957 e nel 2-1 dell’anno dopo, a favore della Roma nel 3-1 del novembre 1958, nel 3-0 dell’aprile 1959 e nel 3-0 dell’ottobre dello stesso anno.
TUTTI INSIEME – Da ricordare che il 18 novembre del 1979 fu organizzata allo stadio Olimpico un’amichevole mista Roma e Lazio per ricordare il tifoso biancoceleste Vincenzo Paparelli. L’evento ribattezzato “Derby dell’amicizia” fu allestito dalle due società con l’intento di raccogliere fondi per la famiglia del tifoso scomparso poche settimane. Agli ingressi dello stadio furono distribuiti migliaia di garofani con un cartellino che riportava una scritta: “Se proprio vuoi, lancia un fiore”. I giocatori si divisero nella squadra dei romani e del Resto d’Italia allenate rispettivamente dai tecnici Lovati e Liedholm e con i simboli dell’aquila e del lupetto stilizzato cuciti sulla stessa divisa.