IL MESSAGGERO – TRANI – L’Olimpico si riempie solo per metà. E, alla fine, fischia (senza esagerare, però) la Roma che, dopo 26 anni, deve fare a meno contemporaneamente dei capitani Totti e De Rossi. Finisce un’era, ma non ne comincia un’altra. La nuova stagione parte come finì l’ultima. La difesa non tiene, perché addirittura peggiore, negli interpreti, di quella del campionato scorso: la tripla rimonta del Genoa (3-3) agevolata dalle gaffe di Fazio, Jesus e Mancini. Il gioco in verticale di Fonseca piace. Non è, però, sufficiente per andare a dama. I giallorossi, spregiudicati e convincenti davanti, crollano dietro. I calciatori arrivati a Trigoria durante l’estate non bastano per ritornare in Champions. Ma c’è ancora tempo per correggere questo gruppo incompleto e ridimensionato.
VECCHIA DECINA – Pau Lopez è l’unico rinforzo che parte titolare nella notte del debutto in campionato all’Olimpico. I 10 giocatori di movimento sono noti al pubblico, avendo fatto gia parte della rosa nella stagione scorsa. Il mercato di Petrachi ancora non si vede. Mancano alcune pedine nel 4-2-3-1, da prendere entro il 2 settembre. Una di sicuro. Dietro, come da richiesta anche in pubblico di Fonseca, è necessario l’acquisto di spessore che, in mezzo, sistemi la difesa dopo la partenza di Manolas. L’allenatore, nella scelta iniziale, indirizza il suo messaggio alla società: il giovane Mancini va inizialmente in panchina e la scommessa Cetin non entra nemmeno nella lista dei 21 convocati per la sfida contro il Genoa. Si riparte da Fazio e Jesus che confermano subito di non dare alcuna garanzia. E non c’entra il baricentro alto e la conseguente esposizione al contropiede rossoblu.
COPPIA DA BALLO – Fragile il tandem pure a difesa schierata, come si è visto sul cross di Criscito: Jesus permette a Romero di colpire di testa e Fazio chiude in ritardo su Pinamonti che gira di sinistro per il pari rispondendo presto a Under. E, per chi non ci crede, ecco che i due concedono il bis, vanificando la prodezza di Dzeko e azzerando quindi il nuovo vantaggio della Roma: Fazioperde il tempo nell’anticipo su Kouamé e Jesus usa la ghigliottina per fermare Pinamonti e regalare il secondo pareggio al Genoa che, prima dell’intervallo segna su rigore con Criscito. Nkoulou è l’obiettivo da centrare al più presto. Anche perché, quando a metà ripresa per salvaguardare l’ammonito Jesus, tocca a Mancini, la situazione non migliora. E Kouame, su invito di Ghiglione, fa centro proprio per la posizione sbagliata del nuovo entrato e la diagonale non effettuata da Florenzi, rendendo inutile la punizione di Kolarov per il momentaneo tris giallorosso.
AVANTI TUTTA – Fonseca, comunque, conosce bene i limiti della sua squadra. Ma, al tempo stesso, prende atto degli ulteriori progressi nella fase offensiva. Quando la Roma avanza, è divertente e soprattutto efficace. Under si muove bene a destra, Kluivert è dentro la partita quando entra dentro il campo da sinistra. Dzeko fa il rifinitore e il finalizzatore. C’è armonia e velocità nel rombo d’attacco. Vivace Zaniolo da trequartista, rapidi nella verticalizzazione i mediani Pellegrini e Cristante. Il ct Mancini apprezza i suoi azzurri che partecipano con qualità. Anche se nella ripresa i giallorossi vanno in altalena e si allungano, lasciando campo al 4-3-1-2 dell’ex Andreazzoli. Nervosismo in campo: discutono Pellegrini e Kolarov. Dentro Pastore per Kluivert che sembra stanco e debutto di Zappacosta per Florenzi, pure lui con la lingua di fuori. Zaniolo si sposta a sinistra, con Pastore che si sistema dietro a Dzeko. Nel recupero, su iniziativa di Pellegrini, proprio Zappacosta buca il pallone del possibile successo. E certifica che non è proprio la notte dei difensori.