La scelta di Fonseca: taglio allo stipendio per arrivare in A
LA REPUBBLICA – PINCI – Paulo Fonseca firmerà per la Roma la prossima settimana. Appuntamento mercoledì a Londra. E per l’occasione si scomoderà pure il presidente James Pallotta, che gli ultimi allenatori, da Garcia a Di Francesco passando per Spalletti, li aveva ricevuti in casa propria. Alla Roma il portoghese costerà circa 2 milioni di euro, quelli che ha ottenuto lo Shakhtar per liberarlo. Soldi che di fatto ha messo sul piatto lo stesso Fonseca, rinunciando a una fetta del proprio stipendio: pur di allenare i giallorossi ha ridotto le pretese giustificate dal suo accordo in essere, firmando per 2 anni (con opzione sul terzo) a 2 milioni contro i 2,5 percepiti in Ucraina. La differenza, al lordo, coprirà esattamente la cifra necessaria per stracciare il suo contratto con lo Shakhtar.
Una decisa inversione di tendenza rispetto a Conte o Gasperini, che pur tentati avevano preferito declinare l’invito a Roma. Persino De Zerbi non aveva mostrato entusiasmo, preferendo alla fine la comfort zone di Sassuolo ai disagi della capitale. Dove Fonseca, nato a Nampula, in Mozambico, porterà la fama di tecnico moderno e vincente: costruzione dal basso, calcio ragionato e sufficientemente “verticale”, un 4-2-3-1 di partenza ma con la capacità di adattarsi. Niente maschera di Zorro invece: l’aveva indossata ai tempi dello Shakhtar per scommessa ed è rimasto imprigionato nel soprannome (che non ama). Soprattutto, ha dimostrato di saper sopravvivere alle difficoltà: aveva ereditato lo Shakhtar, senza parlare una parola di ucraino o russo e senza nessun acquisto dal mercato, dopo la dittatura di 12 anni di Lucescu, con la squadra in esilio a Leopoli per la guerra del Donbass.
Persino Trigoria, così, può sembrare il paradiso. Ora la Roma, risolta la questione allenatore, potrà iniziare a costruire. Anche se sui piani della squadra si allunga l’ombra della Juventus. Ieri il dirigente bianconero Paratici ha incontrato l’agente di Zaniolo, Vigorelli. Il pressing si è fortemente intensificato negli ultimi giorni, da Torino ragionano già sulle contropartite da mettere sul piatto per convincere la Roma: i nomi sono quelli di Perin – ma per la porta i giallorossi hanno altre idee – Cuadrado, Higuain. Oppure 40 milioni cash. Una cifra fin troppo bassa che convincerebbe la Roma a rinnovare il piano biennale che ha in mente per la crescita e la valorizzazione della mezzala azzurra. Che aspetta ancora un appuntamento per discutere l’adeguamento economico che chiede: finché non sarà regolarizzato la posizione del ds in pectore Petrachi, dovrà attendere. Non troppo, spera lui. E pure la Roma, per non dover prendere in considerazione quei 40 milioni da Torino