1 Giu 2019In Rassegna stampa6 Minuti

«Roma, ho sbagliato. non mollo e rilancio» irrompe Pallotta

GAZZETTA – CECCHINI – È un po’ il «Guerra e pace» delle dichiarazioni presidenziali. Gli esegeti hanno contato 17.181 battute che – nel proprio genere – avrebbe trovato l’approvazione anche di Lev Tolstoj. Insomma, è passato un po’ di tempo, ma James Pallotta si è ripreso la scena, vergando una lettera fiume in cui ripercorre le tappe salienti del suo impegno e soprattutto dell’ultima, malinconica stagione. Una lettera a cuore aperto i cui destinatari sono i tifosi della Roma, per i quali il messaggio è chiaro: vuole ricostruire per vincere.

Rabbia e ambizione

Su alcuni dei personaggi principali abbiamo sintetizzato sopra le dichiarazioni chiave, ma c’è davvero molto altro. «Che mi crediate o meno – esordisce – non penso ci sia stato nessuno, in società, più deluso, più depresso e più arrabbiato di me per come sono andate le cose alla Roma negli ultimi 18 mesi.Mi dispiace per gli errori che abbiamo commesso, uno di questi si è rivelato molto grave a livello sportivo. È stato probabilmente uno dei più grandi errori che abbia mai commesso nella mia intera carriera e alla fine sono io che me ne devo assumere la responsabilità». L’accenno è a Monchi che – pur non replicando («Non è il mio stile fare del male alla Roma») – quasi in contemporanea ha messo come foto del suo profilo le 5 Europa League vinte col Siviglia. Come dire: non sono poi così male. Ma Pallotta prosegue. «Stiamo lavorando per ingaggiare persone di talento, che ci aiuteranno a riportare la Roma dove deve stare: ovvero a giocare sui più grandi palcoscenici, a competere per i trofei e a rendere orgogliosi i nostri tifosi. A coloro che dicono “bla bla bla”, rispondo di essere fermamente convinto che negli ultimi 4-5 anni, abbiamo allestito squadre molto competitive, ma non è stato sufficiente per vincere un trofeo. Questo è un mio grande rimpianto, perché alla fine il motivo per cui sono qui è vincere trofei. L’ultima stagione secondo me è stata un completo disastro, però abbiamo investito e i numeri e i fatti parlano da soli. Con i miei investitori, ho versato centinaia di milioni di euro. Se qualcuno pensa che io sia interessato solo a fare soldi con la Roma, non potrebbe commettere errore peggiore». E infatti spiega come non volesse vendere né Salah né Alisson, ma sono stati loro a chiedere di andare via. D’altronde, c’è il fair play finanziario. «Non ci piace ma è una realtà che ci ha condizionato. So che alcuni club non lo hanno preso sul serio. L’ho segnalato col Milan e ora sono sotto la lente di ingrandimento per quanto fatto».

Tecnico e squadra

Si capisce come la contestazione lo abbia ferito. «È stancante ma lo accetto, Quello che non posso accettare sono le centinaia di persone che hanno insultato le mie sorelle definendole troie, puttane e maiali». Inqualificabile. Meglio parlare di calcio e dell’onore delle armi concesso a De Rossi e Di Francesco, anche se Pallotta non smentisce tutta la ricostruzione di «Repubblica» di due giorni fa. «Daniele per 18 anni è stato un guerriero per la Roma. Vogliamo che faccia parte del club per sempre e speriamo che questo succeda. L’ho invitato a passare del tempo con me alla fine delle sue vacanze. Lui e Di Francesco? Daniele mi ha chiesto di continuare con lui fino a fine stagione. Il mio errore è stato questo: a dicembre avrei voluto operare dei cambiamenti, ma sono stato convinto a non farlo. Quell’indecisione, forse, ci è costata un posto in Champions».

Stadio e futuro

I titoli di coda sono chiari. «Ho già speso quasi 90 milioni di euro in un progetto per lo stadio che avrebbe dovuto essere approvato anni fa: se vogliamo competere con i maggiori club europei, ne abbiamo bisogno». E quindi non molla. Con una promessa. « Non sono venuto a Roma nell’ultimo anno, ma è stato un grave errore, la prossima stagione ci sarò. Ci sono alcune persone che sono insoddisfatte perché non potranno mai manipolarmi, minacciarmi o attaccarmi al punto da farmi vendere il club. Vogliamo costruire qualcosa di grande qui. Sfortunatamente per loro non andrò da nessuna parte. A me interessa solo costruire una Roma grande e vincente: niente e nessuno mi impedirà di perseguire questo obiettivo».