1 Apr 2019In Breaking News8 Minuti

La Roma ad un passo dal baratro

INSIDEROMA.COM – FEDERICO FALVO – La prestazione di ieri contro il Napoli è ancora viva nei ricordi dei tifosi giallorossi e degli addetti ai lavori. Una sorta di incubo a occhi aperti, non tanto per il risultato ma per la prestazione in sé della compagine giallorossa.
Una Roma priva di idee, di gioco, di determinazione e voglia di fare. Ieri pomeriggio all’Olimpico si è vista una squadra totalmente votata al caos. Ed il reparto che dovrebbe dare maggior sicurezza e forza alla squadra, il centrocampo, è stato il peggiore in assoluto. Colpa anche degli interpreti chiamati in causa, non in condizione fisica e mentale ottimale e con pochissime idee.
Non ce ne voglia mister Ranieri, ma ieri Nzonzi e Cristante hanno fatto molto meno del compitino da sei in pagella. Al di sotto della sufficienza la loro prestazione, con Nzonzi lento ed impreciso e Cristante che si è svegliato solo nel finale con due conclusioni personali. Troppo poco. Ma nemmeno il resto della squadra si è salvato, mettendo in campo una prestazione quasi imbarazzante.
Come già detto, non ce ne voglia Ranieri, esente da colpe e con un compito arduo da svolgere. Non è sua resonsabilità se a livello mentale i giocatori sono più che a terra e se in campo rendono meno rispetto a quanto potrebbero. Forse le uniche colpe del mister sono quelle di ragionare col cuore da tifoso della Roma più che con la testa di un allenatore internazionale. Ma si sa, al cuore non si comanda e Ranieri sta facendo di tutto per risollevare la Roma; anche se da due sue dichiarazioni in conferenza stampa post match si può capire come anche lui non sappia più cosa inventarsi.

ABBIAMO PAREGGIATO E, SONO SINCERO, NON SO COME – Una frase che fa riflettere, che fa capire come la Roma vista ieri in campo non sia piaciuta nemmeno a Ranieri. Che sia stato uno scatto di orgoglio da parte dei giocatori o il desiderio di rimettere il match sui binari giusti. La voglia di chiudere il primo tempo come se nulla fosse successo per poi nella ripresa provare a vincerla.
Qualunque cosa sia stato, Ranieri è stato sincero ammettendo di non sapere come la squadra sia arrivata al gol. Anche perché fino a quel momento i giallorossi avevano avuto solo due occasioni, entrambe con due colpi di testa; mentre il Napoli faceva gioco e avrebbe anche trovato il raddoppio se non fosse stato annullato per fuorigioco. Una frase che fa capire come la squadra non abbia idee, cosa che in campo ieri si è ampiamente vista con verticalizzazioni sbagliate, passaggi imprecisi e contrasti che non facevano altro che rimettere il pallone sui piedi degli avversari. I giallorossi non hanno avuto la forza fisica o la motivazione giusta per andare sulle seconde palle, ma non è una novità solo di ieri. Anche queste cose fanno capire come la squadra sia allo sbando, come vada avanti per inerzia, per chiudere questa stagione disastrosa. Peccato che la marcia si sia bloccata su una seconda, con un andamento lento e singhiozzante.

DOBBIAMO SALVARE IL SALVABILE – Questa è la frase che risalta di più nelle orecchie di chi l’ha ascoltata, “salvare il salvabile”, che detta da un allenatore fa capire come ormai le cose siano degenerate al punto tale da non avere altre alternative se non limitare i danni. Una frase che se collegata a “Anche una squadra in grande condizione avrebbe fatto fatica, figuriamoci noi che non siamo in salute” non promette nulla di buono per le partite a venire.
La Roma non è in salute, è a terra con tutte e cinque  le ruote compresa quella di scorta. E’ una squadra che deve rinascere dalle proprie ceneri come una fenice, ovvero ripartire da zero e rifare tutto da capo per tornare a competere ai massimi livelli del calcio italiano in primis.
E’ vero che il Napoli è in ottima forma, è secondo e lotta ancora per conquistare l’Europa League ma la Roma vista ieri ha messo in campo una resistenza minima, cedendo subito ai colpi degli azzurri. Tralasciando gli errori dei singoli, come quello di Olsen sul secondo gol, che pesano ma al momento non sono il male peggiore.
Dobbiamo essere come un pugile, stare coperti e prendere meno botte possibili, perché fanno male”. Fanno male sì, sia alla squadra e soprattutto al tifoso. Ma un pugile non resta coperto per tutti i 12 round, si difende ed attacca quando l’avversario lascia aperto un varco. Se la Roma deve essere come un pugile, è meglio che sia attiva su entrambe le fasi di gioco, perché altrimenti si limitano solo i danni ma si subisce comunque, mettendo a rischio anche la possibile qualificazione in EuropaLeague. Pugile sì, ma non essere uno sparring partner per allenare chi combatterà per il titolo.

Una Roma che è solo un pallido ricordo di quella vista un anno fa, è parente alla lontana di quella Roma che scorsa stagione sfiorava le vette della Champions League. Una Roma che ha rinunciato a combattere, che non ha motivazioni per invertire la rotta, che non ha idee e stimoli per chiudere al meglio questa stagione. Ranieri non ha colpe, è arrivato da poco e, per citare Batistuta: “non ha il tempo materiale per trasmettere le proprie idee di gioco e di squadra”. Ranieri può solo motivare i ragazzi, spingerli a dare tutto quello che è rimasto per le prossime nove partite e “salvare il salvabile”. Perché ad oggi, per come stanno andando le cose, la Roma deve dimenticarsi della Champions o dell’Europa in generale. Deve fare quadrato, deve ritrovare se stessa e tornare ad essere squadra. Devono tutti: giocatori, staff tecnico e dirigenti, remare nella stessa direzione per risollevare una squadra che oggi è totalmente allo sbando.