31 Mar 2019In Rassegna stampa3 Minuti

Se il Derby del Sole non scalda più

LA GAZZETTA DELLO SPORT – ZUCCHELLI – C’era una volta il Derby del Sole. E c’erano anche le sfide, in tempi più recenti, da almeno 50mila presenze. Una partita, quella tra la Roma e il Napoli, capace di riempire l’Olimpico anche quando non valeva per le prime posizioni della classifica, tanto era l’amore delle rispettive tifoserie, un tempo gemellate. Roma e Napoli sono ormai in pianta stabile nelle posizioni di vertice del calcio italiano, negli ultimi anni si sono alternate nel ruolo (più virtuale che reale) di anti-Juventus visto che i bianconeri si apprestano a vincere l’ottavo scudetto consecutivo, ma tutto quell’amore sembra disperso.

POLEMICA Quella romanista e quella napoletana sono due tifoserie in polemica (a volte più aspra, a volte meno) con le rispettive proprietà, e i numeri lo dimostrano: se una volta non si scendeva sotto le 60mila presenze, ora è considerato un successo arrivare a 40mila scarsi. Oggi pomeriggio, poi, i tifosi del Napoli (non residenti nel capoluogo e nella provincia) non saranno più di trecento, anche se ce ne saranno molti sparsi in tutti i settori dello stadio. Numeri, in ogni caso, al di sotto delle aspettative, considerando che nelle intenzioni di inizio stagione Roma e Napoli dovevano essere le antagoniste della Juve e oggi si ritrovano a lottare per altri obiettivi, con la squadra di Ancelotti che ormai guarda più all’Europa che all’Italia.

NUMERI BASSI In questa stagione, in campionato, solo tre volte la Roma all’Olimpico ha sfondato il muro delle 40mila presenze: all’esordio casalingo con l’Atalanta (41mila spettatori) dopo la vittoria a Torino, nel derby di andata (46mila) e nella gara con l’Inter (41mila). È andata molto meglio in Champions League dove non si è mai scesi sotto le 41mila presenze registrate con il Viktoria Plzen: contro il Cska Mosca c’erano 46mila spettatori, con il Real Madrid 59mila mentre nel match con il Porto 51mila. Un motivo in più, l’incasso al botteghino, per cercare di raggiungere il quarto posto. E magari, il prossimo anno, tornare ad essere competitivi.