Scalata Nicolò, è sempre più Zani… oro e la Roma gode
GAZZETTA – CECCHINI – Eppure sono anche giorni di lacrime. Di gioia, ovviamente, perché tutto quello che di questi tempi si avvicina a Nicolò Zaniolo sembra avere i crismi del successo. Basti pensare a una coincidenza: il 10 ottobre 1998 proprio a Udine esordiva in Nazionale un ragazzo che si chiamava Francesco Totti. Aveva 22 anni e tanta storia da scrivere. Ebbene, poco più di vent’anni più tardi, appena 19enne, è toccato ad un altro romanista da vetrina. «L’esordio è stata una grande emozione – ha detto Zaniolo alla “Domenica Sportiva” –, un altro sogno che ho realizzato quest’anno, ma so benissimo che devo restare con i piedi per terra. Non sono sorpreso di quello che è successo 5 mesi fa, perché penso di aver dimostrato dopo il mio valore. Credo di aver dato ragione al c.t. Mancini. L’esordio per me significa orgoglio e onore. Sono felicissimo anche dopo essere stato scartato (dalla Fiorentina, ndr) sono rimasto lo stesso, ho continuato a lavorare, non mi sono mai fermato neppure in un momento negativo come quello. Ho sempre creduto in me stesso».
LUI E KEAN Di sicuro per Nicolò la famiglia ha avuto un ruolo importante. «Mi hanno dato forza mio padre, mia madre e mia sorella più piccola. Erano in tribuna a Udine. Mamma si è messa a piangere ieri, ma anche papà si è commosso». Chi sa se lo ha fatto anche Mancini. «Sta facendo vedere che punta molto su noi giovani. Ha ragione quando dice che la vittoria contro la Finlandia non era scontata, perché è una squadra tosta e ci ha creato delle difficoltà». Ma il futuro azzurro fa sorridere anche per altro giovani come Kean. «È il mio compagno di stanza. Ci conosciamo dall’Under 19. Stiamo insieme 24 ore su 24 e stiamo bene perché siamo simili, ci piace scherzare. Non ero sicuro partisse bene, ma ci speravo e gli ho detto che avrebbe segnato. Sono contento che ci sia riuscito. Ci siamo fatti una foto insieme sui social, ma non c’è niente dietro. Niente riferimenti al mercato o alla Juve, siamo solo amici». Meglio precisare, perché i social si sono subito divisi tra juventini (speranzosi) e romanisti (preoccupati).
lui e totti Zaniolo non si spaventa dal fatto di essere uomo mercato. «È una ricompensa per quello che ho fatto quest’anno e in passato». Per questo la Roma lo coccola e Totti lo fa crescere. «Sono felice di aver esordito a Udine proprio come lui. Francesco mi dà consigli su come allenarmi, come giocare e come comportarmi. Si vede che è un campione anche fuori dal campo. Mi ripete spesso di restare con i piedi per terra e mi dice che ad arrivare ci vuole un attimo, ma per restare a un certo livello è durissima». Ma Nicolò non dimentica il debito con Di Francesco. «Gli devo tanto perché, insieme a Mancini, è stato il primo a credere in me. È uno che sa come rapportarsi con le persone. Mi è dispiaciuto che sia andato via perché lo ritengo bravissimo. Ora comunque c’è Ranieri e dovrò dare il massimo per lui. Ha esperienza, sa come ci si deve comportare e poi è uno che ha vinto in carriera». Intanto ci sono già tanti ricordi da metabolizzare. «I più belli? La prima partita contro il Real Madrid e il primo gol in A con il Sassuolo. Non capivo più niente». E anche lì, tante lacrime per mamma Francesca. «Ho un rapporto molto forte. Lei è sensibile e ogni volta che faccio qualcosa di bello piange. Io sono geloso come tutti i figli. Ci vogliamo bene e basta. Ho un bel rapporto anche con papà, ma a Roma sto sempre con mamma». Non è un caso che degli 11 tatuaggi il più importante sia per lei. «Sì, le ho dedicato quello sulla coscia C’è scritto “Nella mia esistenza sei l’essenza”». Bello. Quasi quasi ci commuoviamo anche noi.