Carlo Zotti, ex portiere della Roma con cui però ha collezionato solo 14 presenze, ha parlato ai microfoni di gianlucadimarzio.com della sua carriera, costellata da vari prestiti:
“La stagione 2004/2005? Forse la peggiore di sempre. È una cosa a cui penso spesso, avrei potuto fare un’altra carriera. Tutti i giorni faccio i conti con me stesso, cosa non è andato, cosa ho sbagliato”.
Sull’offerta del Milan. “Mi avevano offerto un contratto di cinque anni, ma non potevo lasciare la Roma. Mi aveva dato tutto, ero arrivato a 13 anni, amavo la città. È il mio grande rimpianto”.
Sull’esordio contro il Torino nel 2003. “Che emozione, il ragazzo di paese finalmente tra i grandi. Sono stati anni bellissimi, parai un rigore a Flachi (Roma-Sampdoria 3-1 del 2003/2004, ndr) e a fine anno vinsi l’Europeo U21 del 2004. Eravamo io, Agliardi e il mio amico Amelia. Non giocai, ma lo sento mio”.
Sul 2004/2005. “Alternai belle partite a prestazioni disastrose, immagina un ventenne in quel contesto. La contestazione dei tifosi, un clima infernale, i cali mentali. A fine stagione volevo andare via, pensai che Roma era diventata troppo grande, persi tutte le mie sicurezze. Volevo cancellare la stagione e ripartire. La società credeva in me, io meno, ma tornando indietro resterei nella Capitale”.
Sul ritorno a Trigoria. “Quando sono entrato ho dovuto mostrare un documento, mi è venuto da ridere. Ho salutato lo staff delle cucine, i custodi del campo, quelli che sono rimasti. Sono contento di aver lasciato un segno come persona. Conoscevo soltanto Totti e De Rossi. “Gli voglio bene, ogni tanto ci sentiamo, ricordo il giorno in cui Capello ci disse che ci saremmo allenati in prima squadra. È un fenomeno. Non l’ho mai invidiato“.