IL MESSAGGERO – ANGELONI – Claudio Ranieri entra in campo e ancora non ne trova molti sani, ma qualcuno in più rispetto alla scorsa settimana sicuramente lo avrà a disposizione per la sfida di domani a Ferrara (Dzeko e Fazio, ad esempio). Ma ogni giorno ce n’è una: Kolarov e Zaniolo non sono ancora pronti. Ed ecco che, quando in conferenza stampa ipotizza la presenza di Jesus al posto di Aleksandar, torna a tutti in mente quando, alla sua prima sulla panchina della Roma, a Siena dieci anni fa, schierò Burdisso come terzino sinistro. Un centrale sulla fascia, esperimento già visto da queste parti proprio con Jesus: ce lo ha messo Spalletti, lo ha fatto anche Di Francesco (che lì ha schierato una volta anche Marcano) e lo farà anche sor Claudio.
PRIMA DIFENDERE – Il concetto della difesa bloccata, in questo momento, dà alla squadra più certezze. «Non dobbiamo prendere gol, perché uno, prima o poi lo facciamo», va ripetendo Ranieri. E’ una struttura di squadra provvisoria, come detto spesso in questi giorni, solo per far passare la nottata. E la nottata finisce proprio a Ferrara, perché poi ci saranno la sosta, più tempo per svuotare infermeria e per provare altro tatticamente. In quei giorni Ranieri penserà a qualcosa di diverso, come ha già preannunciato, ad esempio, studierà l’ipotesi di inserire un trequartista dietro le due punte. Ma intanto i punti servono ora, quelli di Ferrara sono indispensabili. Ranieri vuole una squadra compatta, con due blocchi di granito: uno difensivo e uno offensivo. I tre centrali su quattro che comporranno la linea difensiva (Fazio, Marcano e Jesus) consentono alla squadra di non soffrire l’unocontrouno e di non trovarsi scoperta sulle ripartenze avversarie. Santon – pare – è il quarto, preferito a Karsdorp, al quale piace più attaccare, per sua stessa ammissione. «Non contano i sistemi di gioco, ma che i ragazzi si riconoscano nelle loro posizioni e che possano fare il meglio. E’ importante che la squadra sia compatta e abbia equilibrio. E che giochi libera», le parole di Ranieri, che ha anticipato la conferenza stampa, che invece della vigilia è diventata dell’anti-vigilia. Così oggi e domani.
AVANTI E TACCOLA – Il blocco offensivo comprenderà 4 attaccanti e due centrocampisti. Facendo un po’ di numeri, possiamo parlare di un 4–4–2 (o 4-4-1-1) o 4–2–4. Gli esterni, El Shaarawy e Kluivert (o Zaniolo) avranno il compito di stare bassi e ripartire, sfruttando il campo che verrà concesso e poi là davanti Schick e Dzeko dovranno pensare a non mancare le occasioni. Il pressing alto? No, zero. Perché la squadra non è in condizione e uno sforzo di troppo potrebbe essere fatale a gente che viene da ricadute o vecchie noie muscolari, vedi Perotti, Schick, Dzeko, lo stesso El Shaarawy. A Ferrara – tanto per essere un po’ retorici – serve una Roma testaccina, tutto cuore e romanismo (a proposito di romanismo, domani il nome di Taccola – a cinquant’anni dalla scomparsa – comparirà sulla manica sinistra della Roma, Ranieri con Giuliano ha condiviso una brevissima parte della carriera). «Bisogna stare attenti, i giocatori possono farsi male e un po’ sono anche ansiosi. Sapendo che molti hanno problemi fisici devo stare attento per evitare che i piccoli problemi diventino grandi problemi». Per ora ci si arrangia, poi si vedrà. L’unica missione è il risultato.