IL MESSAGGERO – FERRETTI – Si dice, da sempre: il derby sfugge a qualsiasi pronostico. Cioè, i valori assoluti di Roma e Lazio nella stracittadina molto di frequente vengono azzerati. E, si dice ancora, chi non è favorito spesso porta la vittoria a casa. Ok, va bene: ma chi adesso, tra Roma e Lazio, gode dei favori del pronostico? A dare un’occhiata alla classifica, le due squadre si equivalgono: i giallorossi di Eusebio Di Francesco hanno 6 punti di vantaggio sugli avversari, ma va ricordato che i biancocelesti di Simone Inzaghi hanno giocato una partita in meno. E, bene o male, siamo lì. Certo, se dovesse vincere la Roma le ambizioni Champions della Lazio subirebbero un forte contraccolpo.
OBIETTIVO CHAMPIONS – La Roma è squadra che segna più della Lazio, 49 gol contro 33, ma Lucic e compagni incassano meno, 27 reti contro 33. Nelle ultime settimane la Roma non sta trovando difficoltà ad andare a segno, mentre la Lazio fatica come forse mai le era capitato in passato a far gol. Questo, in vista della sfida di sabato, quanto potrà incidere? La fase offensiva della Roma, non v’è dubbio, potrebbe essere un fattore determinante, ma al tempo stesso potrebbe esserlo anche la fase difensiva degli uomini di Inzaghi. In questi casi, molto dipenderà da quanto e come la squadra saprà lavorare… di squadra. Per dirla in parole più semplici, sarà fondamentale, sia per la Roma sia per la Lazio, non abbandonare qualsiasi reparto a se stesso. E poi, come sempre, molto dipenderà dalla qualità delle giocate dei singoli. A proposito: la Roma, da qualche tempo, si affida più alle giocate che al gioco e i risultati, ad eccezione della vergogna di Firenze in Coppa Italia, stanno dando ragione a questa novità. Una volta Dzeko, un’altra El Shaarawy e un’altra ancora Zaniolo con i loro numeri a colori hanno risolto la faccenda, e la classifica sta a confermare questo trend positivo. La Lazio, invece, nelle ultime settimane ha dovuto fare i conti praticamente sempre con un sacco di assenze. E la qualità del gioco ne ha risentito, senza aver avuto neppure la possibilità di affidarsi alle giocate dei suoi più illustri ma acciaccati interpreti.
IL PESO DEI ROMANI – Ci sarà da valutare, inoltre, quanto peserà nella testa e nelle gambe dei laziali la fatica accumulata martedì sera in Coppa Italia contro il Milan, mentre la Roma è ferma alla partita di sabato scorso in casa del Frosinone. Giocando entrambe molto spesso, il fattore acido lattico potrebbe avere un suo peso. Anche se in un derby, raccontano, tutto scompare al fischio d’inizio dell’arbitro. Perché, in certi casi, è la testa a contare più di qualsiasi altra cosa. E, a tal proposito, riecco l’interrogativo di sempre: meglio avere in squadra giocatori romani oppure è più comodo averne di extralocali? Più rischioso o più facile schierare un ultrà? Da una parte, De Rossi, Florenzi, Pellegrini, cioè tre potenziali titolari, romani e romanisti dalla nascita; dall’altra, c’è il solo Cataldi, relegato di solito tra le alternative, che ha il cuore mezzo bianco e mezzo celeste. È indubbio, però, che sia nella Roma sia nella Lazio, ci sono non-romani tifosi sfegatati della maglia che indossano: inutile fare i nomi, basta vedere le partite per capire chi ci sta (e chi non ci sta) con la fede. Tifosi veraci delle due squadre sono gli allenatori: Di Francesco e Inzaghi non hanno mai mascherato il colore del loro cuore, ma per evidenti ragioni professionali stanno vivendo la lunga vigilia come se dall’altra parte della barricata ci fosse un avversario normale, non uno speciale. Unico. Come è unico il Derby di Roma.