17 Gen 2019In Rassegna stampa6 Minuti

Rizzitelli raddoppia: “Il cuore è la Roma ma occhio al Toro. Dzeko decisivo e aspettiamo Zaza”

GAZZETTA DELLO SPORT – PUGLIESE – Il cuore è a Roma e lì resterà anche sabato, quando si ritroveranno faccia a faccia due attimi del suo passato. Il Torino, però, è anche qualcosa in più di un dolce ricordo, forse un pezzetto di quel cuore lì. Per Ruggiero Rizzitelli sabato sarà una sfida speciale. «Anche perché ho ricordi bellissimi da tutte e due le parti. Quelli di Roma e Torino sono due popoli viscerali, passionali. E si assomigliano anche un po’».

Nella sua storia c’è anche una doppia finale di Coppa Italia Roma-Torino. Ricorda?

«Come dimenticarla. Sfiorammo una rimonta storica, vincendo 5-2 dopo il 3-0 dell’andata. Lì noi giocavamo e loro segnavano. Rammarico unico».

Come la finale di Coppa Uefa persa con l’Inter, dove lei segnò il gol della speranza.

«Una coppa che volevamo dedicare al presidente Viola, scomparso da poco. Ricordo anche il palo in apertura. La mia carriera si è fermata sui pali, penso pure a quello con l’Urss, che ci costò la qualificazione all’Europeo con la nazionale. Se quei due pali fossero stati gol…».

A Torino, invece, si scoprì anche bomber di razza, con 31 gol in 64 partite. Ma la ricordano soprattutto per due doppiette…

«Già, quelle alla Juventus. Dopo la seconda arrivai ad Orbassano e trovai una strada a me dedicata: “Via Ruggiero 4”. A volte penso: chissà cosa sarebbe successo a Roma se avessi segnato due doppiette decisive alla Lazio. Magari sarei stato al posto del Papa (e ride, ndr )».

E sabato come va a finire?

«Sarà una bella partita, combattuta. La Roma si sta rialzando, ma deve ritrovare la continuità che è mancata all’andata. Anche solo con i 5 punti persi in casa con Spal e Chievo, sarebbe quarta. E anche il Toro manca un po’ di continuità. Sono anni che cerca di fare il salto di qualità, questo può essere l’anno giusto. Che poi vuol dire qualificazione all’Europa League».

Da attaccante, possibile che Dzeko e Schick non possano proprio giocare insieme?

«Di Francesco ci ha provato, ma la cosa non ha funzionato. Ora Schick sta facendo meglio, il mental coach funziona. Le qualità le ha, deve darsi una mossa. Ma il titolare resta Dzeko, lui è troppo importante, la Roma non può prescindere da lui».

E Belotti e Zaza possono essere una coppia o meglio il “Gallo” con Iago Falque?

«Mazzarri sta cercando di capire se Zaza può sbloccarsi, lui che con Soriano è stato l’acquisto principale della scorsa estate. Zaza deve essere l’uomo in più nel girone di ritorno. Ma per giocare tutti e tre insieme devono aiutarsi, per l’equilibrio di squadra. Eto’o con l’Inter di Mourinho fece anche il terzino. Se invece tutti e tre vogliono solo attaccare, allora no».

Belotti piace a Monchi. Può essere adatto alla Roma o è più un contropiedista?

«Secondo me può esserlo, perché non è un giocatore solo da ripartenza. Ha forza fisica, è forte di testa ed in area va a fare la guerra. Ci può stare».

Se lei fosse il d.s. spagnolo, sul mercato farebbe qualcosa ora?

«Io sì, soprattutto ora che Juan Jesus si è fatto male. Anche perché Marcano sembrava in partenza e Fazio non sta rendendo come in passato».

Il Torino fuori è imbattuto. Non è solo una coincidenza. Vero?

«No. Fuori i granata si difendono bene e ripartono, con gente davanti che ti fa male. In casa, invece, dove devono attaccare vanno più in sofferenza».

La Roma secondo lei può ripetersi anche in Champions?

«Vediamo, rifare la semifinale non sarà facile. Io anche avrei voluto il Porto, ma i portoghesi sono forti, giocano bene e sono a quei livelli da anni. Certo, se poi vai ai quarti ti esalti e anche gli altri iniziano a temerti».

Sabato, quindi, chi la decide?

«Dico Dzeko. Il bosniaco prima si sblocca meglio è per tutti. Secondo me può ancora andare oltre la doppia cifra».

Per chiudere, che effetto le fanno i 222 milioni di Neymar o i 180 di Mbappé, lei che nel 1988 venne soprannominato “mister dieci miliardi”?

«È il calcio che cambia, bisogna accettarlo. Però mi chiedo una cosa: se i prezzi sono questi, oggi Maradona quanto varrebbe? Forse non avrebbe prezzo».