Roma Femminile, Di Criscio: “Stiamo finalmente raccogliendo i frutti del lavoro in questi mesi”
Federica Di Criscio risponde alle domande di Roma Radio. La giocatrice della Roma Femminile è negli studi per un’intervista:
Che momento è adesso?
“Stiamo finalmente raccogliendo i frutti del lavoro in questi mesi, abbiamo avuto bisogno di tempo per conoscerci. Abbiamo creato un gruppo solido e forte, abbiamo la consapevolezza dei nostri mezzi, la sensazione è che non abbiamo paura di nessuno ma viviamo il tutto con serenità. C’è piacere di entrare in campo e lottare per qualcosa di bello. Prima ci demoralizzavamo subito, ora invece riusciamo a reagire”.
Il gruppo?
“C’è un giusto mix tra giovani e ragazze più esperte. Io mi colloco nel mezzo (ride, ndr). Dalle ragazze straniere possiamo imparare molto, a partire dalla mentalità e dall’approccio nell’affrontare le difficoltà, cercano sempre la parte positiva anche nell’errore, noi italiane invece tendiamo a fare catastrofi. Un po’ di esperienza ce l’ho e qualcosa posso trasmettere, però devo sempre imparare tanto”.
Le esperienze passate?
“Il calcio femminile è stato spesso nel limbo, sono partita per fare questo e ho detto a mia madre che avrei fatto la calciatrice. Io ho giocato con i maschi, poi sono passato alle ragazze, ho fatto campionati Primavera e poi nel giro di poche ore ho deciso di restare a Cervia. Il primo anno è stato molto divertente, il secondo invece mi chiamò il Verona e le cose iniziarono a farsi dure. Mi chiamarono a giugno ma a luglio dovevo partire per la Champions League. Ho incontrato difficoltà, dovevo finire la scuola, poi io venivo da un paesino e tutti chiacchierano di tutto ma crescendo tante cose te le lasci scivolare. Avevo i genitori lontani, dovevo dare spiegazioni. Il Bardolino ha fatto la storia del calcio femminile, io ero una delle più piccole quando sono entrata ma ho giocato con grandi calciatrici. Inizialmente avevo soggezione, nemmeno volevo cambiarmi nello spogliatoio”.
Pregiudizio nel calcio femminile?
“Solo il fatto di sentire che le donne giocano a calcio è una frase fastidiosa. Non possiamo dare limiti a una persona solo perché sia donna, non si può non considerare un lavoro, le persone sono ignoranti e delle volte forse non si può guardare oltre. Pure il fatto che sono tutte omosessuali, ma è un pregiudizio, questo è un lavoro come un altro. In quello che fa una donna c’è più pregiudizio e questo accade anche dai maschi che giocano a calcio. Loro potrebbero essere miei colleghi e quello un po’ dispiace”.
Contatti con la Prima Squadra della Roma?
“Nella cena di Natale siamo stati tutti insieme e c’è stata la possibilità di chiacchierare. Ho parlato con De Rossi, ci ha detto che ci segue e questo fa piacere, fai cambiare idea a una persona che non ci ha mai seguite”.
Come procede il lavoro con coach Bavagnoli?
“La cosa più importante che ci sta dando sia il gruppo, cioè far capire quanto sia importante il gruppo. Fuori dal rettangolo di gioco possiamo fare quello che vogliamo, ma dentro il campo da gioco siamo tutte unite e questo è uno dei valori che spesso si perde. Grazie a lei stiamo facendo questi risultati, il gruppo c’è e il merito è il suo. Apprezzo anche il rispetto che lei ha verso tutte di noi, cerca un metodo di comunicazione anche nelle piccolezze, ti sta vicino ed è un valore aggiunto. Abbiamo delle reazioni sincere, mettiamo passione in tutto quello che facciamo, il bello del calcio femminile è che c’è ancora la voglia di dimostrare quanto noi ci teniamo a fare quello che facciamo e ottenere il risultato, vogliamo arrivare in alto”.