2 Ott 2025In Breaking News8 Minuti

A riveder le stelle: il clima all’Olimpico durante le partite europee della Roma

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A riveder le stelle: il clima all’Olimpico durante le partite europee della Roma
notti di sogni, di coppe e di campioni”, così intonava Antonello Venditti e questo è quello che si appresteranno a vivere gli oltre 44 mila abbonati di coppa e i restanti tifosi che popoleranno lo stadio Olimpico per l’esordio europeo stagionale casalingo. Lo sappiamo, il tifo giallorosso è caldoviscerale, ma nelle serate europee riesce ancor di più se possibile, a rendere il clima infuocato. Abbiamo ancora tutti negli occhi le straordinarie immagini che fecero il giro del mondo di uno stadio intero che contro l’Athletic Bilbao sventola il proprio amore, ma come mai durante questi incontri si respira quest’aria? Cerchiamo di comprendere cosa succede nei tifosi.
I dati ufficiali
Dalla scorsa settimana la Roma è diventata la squadra con il maggior numero di vittorie in Europa League, segno di una tradizione dei giallorossi a giocare le competizioni europee. Un altro dato interessante da evidenziare è che dalla stagione 2017/2018 fino ad oggi la Roma ha giocato in casa tra Champions League, Europa League e Conferenze League 42 match vincendo in 35 (36 se calcoliamo la vittoria contro il Feyenoord ai rigori nella stagione 2023/2024) di questi, pareggiando 3 volte e perdendo solo in altrettante occasioni, statistica certificata anche dalla UEFA che ha inoltre confermato come nessuna altra compagine ha ottenuto più vittorie in casa in Europa nella stesso periodo preso in esame. Cosa ci dice questo dato? Che all’Olimpico durante le gare europee è difficile per chiunque giocarci, questo grazie all’esperienza che la rosa della Roma sta maturando in questi contesti ma anche grazie al clima e al trasporto che il pubblico in queste gare riesce a trasmettere alla squadra.
Fattore tifo
Ma come mai lo stadio diventa una bolgia infernale per gli avversari? Come mai i tifosi della Roma sono così galvanizzati da queste competizioni? Proviamo a dare una spiegazione psicologica.
livello mentale le partite di coppa comportano una maggiore attivazione cerebrale e questo è dato dal valore che la competizione porta con se. Difatti una vittoria di un trofeo europeo offre maggiore adrenalina e aumenta l’onore di far parte della squadra vincitrice. Questi tipi di tornei portano a confrontarsi con i maggiori e più prestigiosi club e la strutturazione ad imbuto dei tabelloni, che partono addirittura dai preliminari per poi passare ai gironi (dallo scorso anno unico) e successivamente a turni ad eliminazione diretta non fa altro che aumentare il carico emozionale e l’incertezza verso il risultato, che rappresenta la bellezza di questo genere di competizioni.
Tutto ciò genera un attaccamento emotivo verso la competizione e come descritto anche in altri articoli favorisce l’emergere nel tifoso il proprio senso di appartenenza ad un dato gruppo di riferimento.
Il tifoso della Roma e la sua identità

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La tifoseria della Roma, più ancora di altre, è strettamente collegata alla propria città di origine, difatti è spesso associata alla tradizione e all’identità romana. Essendo il calcio un rito collettivo, ed essendo i riti parte integrante dello sviluppo delle società, l’Associazione Sportiva Roma venne fondata per creare una squadra che rappresentasse la città di Roma e che potesse competere con le corazzate del nord Italia che fin dai primi del 900 vincevano ogni trofeo. Per favorire tale unione tra tifo e squadra si scelsero i veri colori di Roma (giallo ocra e rosso pompeiano) e come simbolo la lupa capitolina (l’effige del gonfalone dell’urbe) e questo generò quell’identità indissolubile che ancora oggi ogni tifoso della Roma ha con la propria città, facendolo sentire come un “erede” e custode dell’antica storia di Roma.
Tutto questo ai tempi moderni si tramuta nella forte e sincera passionalità dei romanisti, e questa identità e rappresentazione si acuisce durante gli incontri internazionali, dove emerge questa profonda appartenenza e voglia di dimostrarla a tutto il mondo. E proprio l’orgoglio di rappresentare tale storia che rende il tifoso della Roma ancora più attivo durante le competizioni europee, come se si volesse ancora rimarcare che “c’era un tempo in cui il mondo si chiamava Roma”.  Il legame profondo quindi tra la storia della propria città e la squadra rende il sentimento dei tifosi ancora più intenso e notevole, significativo e rappresentativo del proprio essere, e questo porta ad urlarlo, cantarlo e incitarlo ancor di più nelle serate dove il singolo risultato può portare alla gloria.
In campo europeo la Roma ha vissuto dei percorsi straordinari fatti di partite storiche ma che hanno però poi portato a vincere solo due trofei (Coppa delle Fiere 1960/1961 e la conferenze League 2021/2022), questo fa capire quanto questo attaccamento non sia legato alla vittoria ma sia un vero atto d’amore incondizionato.
 
I 90 minuti all’Olimpico
Il clima che si respira all’interno dell’Olimpico durante le serate europee ha come comun denominatore la grande passionalità del tifo. In queste partite la Curva Sud viene seguita nei cori dal resto dello stadio, anche da quei settori che in altre partite risultano meno calorosi. Questa esplosività del pubblico è dettata come sopra descritto dalla pressione emotiva che queste competizioni generano e che viene espressa dai presenti attraverso l’incitamento sonoro rendendo l’atmosfera molto calda. Ma come mai avviene ciò? Perché le emozioni, specie nei contesti sociali ed eventi di gruppo, si propagano a macchia d’olio. L’entusiasmo, la tensione per il l’esito della partita, l’ansia, la gioia, l’attesa del gol o il brivido di un’azione avversaria si diffondono in maniera rapida e influenzano il clima generale collettivo coinvolgendo tutti, dal tifoso vicino di posto fino a quello nel settore più distante aumentando così quindi l’impatto. A conferma che le emozioni sono contagiose arriva uno studio condotto nell’Università di Warwick che ha dimostrato come gli stati d’animo, sia essi a carattere positivo che negativo, si attaccano come i virus e si trasmettono con le persone con cui stiamo vivendo quel momento, influenzandole e aumentandone la forza.
Altri studi psicologici affermano che l’intensità delle emozioni è proporzionale a come un evento è percepito e vissuto. Questo perché le forti emozioni attivano i nostri sistemi

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responsabili delle reazioni fisiologiche del corpo, quindi “sentiamo” di più e più “intensamente”, essendo percepite come più vigorose queste emozioni vengono quindi “amplificate” e rendono il tutto più significativo e travolgente. Questo fiume in piena genera uno shock emotivo che provoca una forte risposta psicologica che carica eccessivamente la nostra mente rendendo difficoltoso il normale processamento delle informazioni in maniera efficace e determinando quindi il vissuto dell’evento molto più forte e carico e ciò spinge le persone a compiere azioni in maniera più istintiva e meno ragionata.
In definitiva si può riassumere che una partita europea della Roma racchiude in sé la storia della passione del tifo romanista, la sua difesa e attaccamento con orgoglio verso i suoi colori e rappresenta l’esaltazione del legame tra la città e la propria identità. In conclusione vi lascio una frase di una canzone di Gabriella Ferri, chitarra romana, e ripresa nella coreografia della Curva Sud in occasione della sfida Roma-Barcellona del 26 Febbraio 2002 (partita vinta dai giallorossi 3-0):
sotto un manto di stelle Roma bella m’appare
 
dott. Emanuele Capone
(psicologo – psicoterapeuta)