LEGGO – BALZANI – Se n’è andato a 83 anni, a Ostia dove abitava da alcuni anni insieme alla moglie Ana Maria. Insieme a lei ha lavorato fianco a fianco nel bar: prima in piazzale Clodio, poi in quello sul litorale chiamato Roma e Lazio. Se ne è andato in silenzio, come aveva amato vivere dopo una carriera fatta di gol e vittorie. Pedro Manfredini, uno dei bomber più prolifici della storia della Roma, è morto ieri all’Ospedale Grassi dopo una lunga malattia legata al diabete. Centravanti argentino in giallorosso dal 59 al 65, famoso anche per il soprannome, Piedone. In realtà Manfredini calzava un normalissimo 43, ma quando sbarcò dall’aereo, acquistato per 78 milioni di lire dalRacing di Avellaneda, la prospettiva di una foto gli ingigantì la scarpa così da suggerire il nomignolo che lo accompagnò per sempre.
Con la Roma segnò 104 reti in 164 partite. Quinto miglior marcatore romanista, terzo per media più alta (0,63 a partita) vinse Coppa delle Fiere e coppa Italia. Non andò così bene con Inter, Brescia e Venezia per alcuni problemi fisici. Così Piedone decise di tornare a vivere a Roma. «Questa è casa mia». Lo è stata per 60 anni, lo resterà anche dopo la morte. Manfredini è entrato nella storia per altri due motivi. Grazie alla voce di Enrico Ameri, che interruppe – primo nella storia – un collega, per comunicare in un Tutto il calcio minuto per minuto il gol dell’argentino in Inter-Roma.Ma la sua fama è andata oltre il calcio. Nell’episodio Che vitaccia! de I mostri di Dino Risi, VittorioGassman urla dagli spalti dello stadio, durante una partita della Roma: «Vai, Piedone, vai!».Un’immagine storica. «Addio a uno dei più grandi attaccanti della storia giallorossa», il tweet della Roma. I funerali domani alle 11 presso la Chiesa Regina Pacis a Ostia.