Arrivare in Champions e dirsi addio? Finale di stagione per Spalletti&Co
GAZZETTA – L’inno della Champions. Lo vogliono sentire tutti, l’anno prossimo. Rischia di non sentirlo quasi nessuno: nemmeno i quattro che se lo saranno guadagnata. Per gli allenatori, anche in quelle zone nobili della classifica, vige l’assoluta precarietà. L’unico che può prepararsi al coro, che chiude l’inno e che dal San Paolo di solito arriva fino a Castelvolturno, è Carlo Ancelotti. Lui ha già staccato il biglietto, mentre la conferma per l’anno prossimo non è mai stata in discussione. Tutti gli altri, al massimo, hanno o l’uno o l’altra. Dalla Juve al Torino, nessuno escluso. Nemmeno chi, come Allegri, ha vinto lo scudetto con svariate settimane di anticipo (…). Condizione opposta per Mazzarri: nessuno lo muoverà dalla panchina granata, con o senza l’obiettivo storico centrato. (…).Per tutti gli altri l’obiettivo potrebbe essere centrato e poi non «goduto»: in cima alla lista c’è Luciano Spalletti, l’uomo che ha riportato l’Inter a «rivedere le stelle» dopo sei anni di assenza. Finire anche quest’anno fra i primi quattro era considerato l’obiettivo prioritario e minimo del club. (…) Ma centrarlo con ogni probabilità non basterà, ora che l’ombra di Conte sta diventando sempre più solida. Sull’argomento ultimamente si è espresso in termini più fatalisti («Fin quando ci sono, decido io»), ma non ha ancora alzato bandiera bianca. Quella sventolata ieri coscientemente da Ranieri, che fino a qualche settimana fa covava una piccola speranza di riconferma, mentre ora insegue il risultato, ma aggiungendo «poi il mio lavoro sarà finito». Non gli resta che andare a prendere all’aeroporto il successore, accogliendolo possibilmente con i 50 milioni che garantisce la coppa. Fine corsa che si avvicina, comunque vada l’inseguimento all’Atalanta, per Gattuso: quella musica l’ha sentita tante volte da giocatore. Per farlo da allenatore bisognerà ripassare più avanti. (…). Poi c’è Gasperini, che vive in un paradosso: può entrare nella storia della Dea e poi uscire accasandosi in una squadra che alla Champions non è arrivata. (…). Simone Inzaghi? Ha perso lo spareggio con Gasp, resterà fuori con la Lazio dall’Europa top, ma può rientrare dal mercato. E magari l’inno alla fine lo sente lui.