Candela: “Alla Roma dovevamo vincere di più. Roma e l’Italia mi hanno dato tanto”
Vinent Candela, ex giocatore della Roma, ha rilasciasto un’intervista sul sito gianlucadimarzio.com per parlarare dei suoi anni in giallorosso e della sua carriera:
Che rapporti hai con i tuoi ex compagni di squadra?
“Sono rimasto amico con tutti, Totti lo conosco da 25 anni. Quando sono arrivato a Roma eravamo giovani e lui mi ha fatto conoscere la città. In campo eravamo forti, ma anche fuori ci siamo divertiti tanto. Bello avere un gruppo così. Con Francesco oggi giochiamo anche a padel insieme”.
Un ricordo negativo dello scudetto con la Roma?
“Quando i tifosi sono entrati in campo prima della fine dell’ultima partita. è stata l’unica volta in cui mi sono arrabbiato con loro. Poi per fortuna abbiamo potuto riprendere il match e festeggiare”.
Il campionato del 2001/2002?
“Ci è mancato Batistuta, aveva tanti problemi fisici. La voglia di fare bene c’era. Il giorno dopo lo Scudetto 2001, per esempio, ho portato Capello a casa di Montella per festeggiare, dato che avevano litigato in quei mesi. Poi ci sono state delle cessioni gravi per lo spogliatoio come Di Francesco, Nakata e Mangone. Sono arrivati campioni come Panucci e Cassano ma non è bastato. Il gruppo è cambiato e abbiamo sbagliato tutti, dovevamo vincere di più”.
La sconfitta con il Milan del 6 gennaio 2004?
“Bel casino. Tornavamo dalla sosta, chi prima e chi dopo. Abbiamo sbagliato come gruppo e ne abbiamo pagato le conseguenze”.
Udinese, Siena e Messina dopo la Roma…
“Prima sono stato all’Udinese, che gioca in una città particolare dove si vive bene. C’erano campioni come Di Natale, Pinzi, Iaquinta, Di Michele e De Sanctis, è stato un anno bellissimo. Poi però volevo riavvicinarmi a Roma e ho chiamato Perinetti, ds del Siena che mi aveva portato a Roma, per propormi. E così sono andato a Siena, città meravigliosa, ma con l’allenatore non è andata bene e dopo 4 mesi sono andato via. Infine c’è stato il Messina, volevamo salvare la squadra ultima in classifica ma non abbiamo vinto una partita… E da lì ho smesso”.
L’Italia meritava di vincere il Campionato Europeo del 2000?
“Non lo so, ma forse nel 2006 meritava la Francia. Comunque a fine partita avevo capito la delusione italiana, mi sono messo a parlare con Totti e Di Biagio negli spogliatoi. Poi dopo mi hanno detto di andare a festeggiare. Nel 2006 poi sono stato felice lo stesso, Italia o Francia mi andava bene. Questo paese e Roma mi hanno dato tanto, sia in campo che come uomo”.
La Roma di Fonseca?
“La seguo e la tifo. Dzeko è straordinario e c’è tanta qualità con Mancini, Smalling, Kolarov, Cristante, Pellegrini o Zaniolo. Manca concentrazione, si sono buttati troppi punti. Ma il top del rendimento credo che debba ancora arrivare”.