4 Mar 2019In Breaking News2 Minuti

Come si può preparare la partita più importante con un mister quasi esonerato?

INSIDEROMA.COM – MASSIMO PAPITTO – La bomba è scoppiata ieri in mattinata, ma la miccia era stata accesa subito dopo la fine del derby perso sabato sera nella pancia dello Stadio Olimpico. Mentre i laziali festeggiavano la Roma si interrogava e si chiudeva in riunione interna. Per decidere. Per decidersi. Per capire come affrontare con più dignità possibile quello che resta di questa stramaledetta stagione, nata male e che sta proseguendo peggio. 

Mister Di Francesco sarebbe appeso alla partita di Oporto. La sua conferma in panchina dipende dal match di ritorno degli ottavi di finale di Champions League in casa dei campioni del Portogallo. Una eventuale qualificazione ai quarti confermerebbe la sua presenza anche per il resto della stagione, mentre una sconfitta sarebbe fatale e il suo sostituto (da tempo) già pronto: Paulo Sousa. Un portoghese, appeso ad un risultato che viene dal Portogallo, strano scherzo del destino di questo pazzo e lunatico mondo del calcio.

Qui però in questo contesto grottesco nascono delle domande semplici e per certi versi scontate: come si fa a preparare una partita che vale una stagione intera con un allenatore che la stampa specializzata reputa quasi esonerato? Come può questa squadra ascoltare un mister che a fine partita potrebbe salutare tutti e andarsene? A cosa bisogna appellarsi allora? All’amor proprio dei calciatori per questa maglia? Alla voglia che avranno di non fare l’ennesima brutta figura stagione? A cosa siamo appesi nei giorni che anticipano la partita più importante della stagione?

A queste domande trovare delle risposte certe è complicato e per certi versi anche impossibile. Siamo in balia degli eventi, andiamo in Portogallo con la certezza di avere un gol di vantaggio da difendere ma con una fase difensiva che viste le ultime prestazioni non regala nessuna speranza. Siamo indifesi appunto. Da tutto. Dalle voci incontrollate e dalla paura di quello che ci aspetterà se le cose dovessero andare male. L’unica certezza che abbiamo è che qualificarsi è impresa possibile se soltanto però si remasse tutti nella stessa direzione. La direzione della Roma.