INSIDEROMA.COM – ELISA GIOCONDI – Dopo le sette vergogne capitali contro la Fiorentina e con l’acqua alla gola, Di Fra sfoggia il pezzo da 90. Costretto in panchina per le varie problematiche al ginocchio, Capitan De Rossi non gioca da titolare da quel 28 ottobre a Napoli. Complicanze varie e le cure adatte al caso (contando anche la non più giovane età del giocatore romano) l’hanno tenuto lontano dalla scena per tanto, troppo tempo. Ora è arrivato il momento di scaldare i motori, lucidare la carrozzeria e farlo uscire dai box.
Danielino dovrà essere la medicina che serve a questa Roma avvelenata dalla sconfitta contro i viola e dalle polemiche che hanno assalito la squadra: i 7 goal ancora bruciano e soltanto la vittoria di domani contro il Milan potrà dissipare l’incendio.
L’idea di Eusebio è quella di piazzare De Rossi in centrocampo e posizionare accanto a lui Lorenzo Pellegrini e Nicolò Zaniolo, dovendo far fronte alle squalifiche di Cristante e Nzonzi.
Ad alimentare le fiamme come benzina sul fuoco è stata la squalifica dei due giocatori già in diffida: il primo ammonito per un fallo su Zapata al 23’ e il secondo per proteste 20 minuti dopo il fischio d’inizio del secondo tempo.
Il clima non era già dei migliori e l’umore dei tifosi era inversamente proporzionale alle reti subite: più queste aumentavano, più lo stato d’animo dei romanisti andava giù vorticosamente.
Carlo Verdone, che potrebbe essere designato portavoce della tifoseria giallorossa, a “Un giorno da pecora” sfoga la sua delusione: “Vorrei prendere la sedia e tirarla in testa a qualcuno. Serve un cambiamento. […] Voglio bene a Di Francesco, ma non riesce a formare il gruppo, la squadra non può essere così bipolare. Evidentemente c’è una spaccatura nello spogliatoio, forse tra giovani e senatori”.
La situazione in atto è come una partita a Prato Fiorito: ogni passo falso può potenzialmente causare un’esplosione.
Come dopo ogni sconfitta, il primo pensiero va all’allenatore: pronti a puntare il dito e a cercare disperatamente la causa, o la colpa, di questo andazzo. Il mister giallorosso però sta un passo indietro (o avanti) e non risponde alle provocazioni dei giornalisti in conferenza stampa, i quali tornano sul “lascerà la squadra quando i giocatori non saranno più dalla sua parte”. A dirlo possono essere soltanto i suoi ragazzi, nessun altro, ma adesso “contano i fatti. E dobbiamo farli noi, io in particolare, che sono il responsabile di questa squadra”.
Gennaro Gattuso non sottovaluta la Roma di domani, nonostante la sconfitta di cui tutti ancora parlano. In conferenza stampa non fa riferimenti a quanto accaduto in quel di Firenze e valuta obiettivamente la squadra, senza abbassare la guardia e temendola, come è giusto (o era) giusto che sia (fosse): “Hanno vinto le ultime tre in casa, Di Francesco fa bene da tanti anni e dobbiamo stare attenti”.
Ed è per mantenere questa sorta di “strizza” nell’avversario e per far tornare l’entusiasmo e la fiducia nei tifosi, che la Roma si affida (quasi) interamente a De Rossi: una pressione che il capitano può sicuramente portarsi sulle spalle (nonostante la delicata situazione del ginocchio). La posta in gioco è tanto alta che domani sera la squadra si gioca il quarto posto in Champions e, in caso di sconfitta, la situazione diverrà tragica.
Come si dice nella capitale, “na botta di qua, na botta di là” la Roma resiste. Insultata, derisa, strappata dall’interno e boccheggiante, ma ancora speranzosa affidando la situazione al nostro Danielino. Sarà l’eroe che la squadra merita e quello di cui ha bisogno?