Stephan El Shaaeawy, ospite al Nike Store di Via del Corso per presentare i nuovi scarpini del brand, ha risposto ad alcune domande da parte dei tifosi: “La prima volta che sono entrato è stata una grande emozione. Feci il mio primo gol contro il Frosinone ed è stato molto bello. In quel periodo la Curva non entrava allo stadio ma è stato comunque un momento molto bello”.
Hai consigli per chi vorrebbe fare il calciatore? “Punto tutto sull’umiltà. Ho tanta fame di arrivare, e cerco sempre di avere equilibrio anche quando va male. Non bisogna mai abbattersi, bisogna rimanere umili nonostante il successo. Rimanere sempre con i piedi per terra. È difficile arrivare, ma rimanere a questi livelli è ancora più complicato. Il mio idolo è sempre stato Kakà l’ho stimato come persona e come giocatore. È umile, quando l’ho conosciuto ha confermato di essere una persona di cuore”.
Quando hai cominciato a giocare? “Io ho cominciato a 4-5 anni in una squadra della mia città, Savona. Ho fatto 6 anni li e poi sono andato a Genoa e ho fatto li il settore giovanile, ho fatto l’esordio in serie a e poi sono passato al Padova prima di finire poi al Milan”.
Perchè ti chiamano il Faraone? “Per le mie origini egiziane. La prima volta che mi hanno chiamato così è stata per un’esistenza che ho fatto in Primavera”.
Quanto conta il feeling con la scarpa? “Parecchio, io questa la uso da quando avevo 15 anni. È stato un valore aggiunto per me, è una scarpa che andando avanti con gli anni è sempre più leggera”.
Cosa avresti fatto se non fossi diventato calciatore? “Sono arrivato in Serie A presto, ho sempre inseguito il mio sogno e non mi sono mai accorto di essere “arrivato”. Non ho mai pensato ad altro. Ora sto cominciando a pensare a cosa fare dopo”.