L’ex giallorosso Gerson, oggi al Flamengo, ha parlato ai microfoni di Globo Esporte ricordano i suoi trascorsi in giallorosso:
Sei diventato un giocatore più duttile… “Questo momento lo chiamo “un nuovo inizio” nella mia carriera. Ho iniziato a costruirlo in Italia, più precisamente nel mio secondo anno a Roma. Ho lasciato il Brasile tra tanti elogi e grandi aspettative. Questo a volte ci fa deviare un po’ dall’obiettivo della nostra carriera. Ho giocato poco nel primo anno alla Roma ed ero sicuro di aver bisogno di cambiare e reinventarmi. Ho iniziato ad allenarmi a casa, prestando attenzione ai dettagli, alle marcature, al posizionamento, a tutto. Durante quel periodo, ho capito che non potevo essere bloccato in un solo ruolo. Ho capito che non ero un giocatore pronto“.
Perché hai arretrato la tua posizione in mezzo al campo? “Ad essere onesti, durante il periodo iniziale alla Roma, dopo l’allenamento rimanevo sul campo e chiedevo ad allenatori, assistenti, di darmi nuove indicazioni, posizioni, di dirmi il modo corretto di posizionarmi in ogni ruolo. Credo che lì ho iniziato a costruire il mio modo di giocare in questa nuova posizione. Alla Roma ho giocato alcune volte dentro, come mezzala, ma il lavoro che ho fatto di più è stato sulla destra, con la libertà di impostare al centro“.
Quali sono state le tue ispirazioni quando hai iniziato giocare in questa posizione? “Totti, con cui ho giocato alla Roma, è un calciatore che mi ha ispirato molto e, inoltre, mi ha aiutato molto ad adattarmi al club e al calcio europeo. È un modello per me, ma non per il ruolo che ho oggi. È un mio modello come calciatore e come professionista“.