Grancio, ex M5S: “Lo stadio della Roma nasce senza le opere. L’amministrazione non può annullare gli effetti della Conferenza, ma possiamo annullare gli atti”
Cristina Grancio, dissidente del Movimento 5 Stelle e da sempre contraria a riguardo del progetto dello Stadio della Roma a Tor di Valle, è stata intervistata nel corso della trasmissione Te La Do Io Tokyo in onda su Centro Suono Sport. Queste le sue dichiarazioni:
Ieri è stata protagonista di una proposta che finirà in Consiglio Comunale domani per la vicenda stadio. Cosa chiedete alla Giunta?
“Ieri c’è stata questa conferenza stampa in cui abbiamo presentato le osservazioni fatte alla variante, mentre io e Fassina abbiamo presentato una delibera di annullamento dell’interesse pubblico dello stadio a Tor di Valle. Riteniamo che quello che è successo nel contorno, e le illegittimità presenti, possano mettere a rischio l’amministrazione in fase successiva e vanno prese in considerazione. Riteniamo che questa delibera di annullamento sia nei tempi. Il giornalista Magliaro, definito ieri da Berdini ‘Guappo di cartone’, scrive che siamo fuori tempo massimo non si sa bene per quale motivo. Forse non ha letto l’articolo 21 della legge 141: i 18 mesi partono da quando il proponente ha in mano le utilità. Siamo nei primi di questi 18 mesi. L’amministrazione non può annullare gli effetti della Conferenza, ma possiamo annullare gli atti. Chiusa questa fase, possiamo proseguire sul nostro discorso”.
Sulla relazione del Politecnico…
“Ci fa piacere che le opere previste possano cambiare le cose, ma lo stadio nasce senza queste opere. Ieri Berdini gli ha dato una strigliata in Campidoglio, se verrà inserito dell’altro al progetto originale impugneremo subito gli atti. Il progetto non può essere più toccato”.
Cosa è cambiato nel M5S?
“Non so cosa sia successo ad un livello più alto rispetto a quello del Campidoglio. A un certo punto ci siamo trovati Fraccaro e Buonafede alle nostre riunioni, quando è comparso Lanzalone. Si prendeva la strada dell’annullamento, non si erano prodotti diritti e doveri del progetto e quindi si poteva annullare in assoluta tranquillità. Non c’era rischio di denunce o ripercussioni. Eravamo partiti in maggioranza, poi c’è stata la retromarcia della sindaca. Io le ho mandato una mail, con i passaggi per andare in annullamento. Eravamo in attesa e d’accordo all’unanimità sull’annullamento. Un certo ci siamo ritrovati in “Sala delle bandiere” e ci è stato annunciato l’accordo. Ancora oggi sono basita per questo. Quello che è successo va chiesto al di sopra del sindaco. Io ho vissuto una sorta di violenza psicologica. Dopo l’arresto di Parnasi ho avuto un’amarissima soddisfazione. In Conferenza dei Servizi ho vissuto alla situazione agghiacciante del silenzio sulla mobilità. Poco dopo arrivò l’annuncio di Lotti sull’appoggio del Governo per la costruzione del Ponte di Traiano. Incredibile che Parnasi possa avere un plusvalore sulle aree di 80 milioni”.
Sul rischio inondazione?
“Era il motivo principale per cui il M5S non voleva lo stadio in quell’area. C’è un rischio “R4”, ossia gravi danni al patrimonio e rischio vite umane. Per due cavalli servono due idrovore, immaginate per 60mila persone. Per approvare la variante urbanistica, bisogna prima fare opere di medicazione e declassare l’area. Solo dopo si potrà approvare la variante. Dovesse succedere qualcosa tra declassamento dell’area e inizio dei lavori cosa può succedere?”.
Su Lanzalone…
“Conosciuto in Campidoglio. So che era un inviato di Grillo. Quando sono stata cacciata e ho fatto causa a Grillo, l’avvocato rappresentante era lui. Lo conosceva bene lui, così come tutti gli altri. Portata in porto la questione stadio è salito agli onori dell’Acea. Io con Lanzalone sono entrata subito in rotta di collisione”.