INSIDEROMA.COM – MATTEO LUCIANI – La Roma di Eusebio Di Francesco sbanca la Verona clivense con un secco 3-0 e si prepara così psicologicamente al meglio in vista della gara di andata contro i lusitani del Porto, valevole per il passaggio ai Quarti di Finale di Champions League.
Dopo la batosta subita in quel di Firenze, che sembrava realmente poter condurre a un cambio di guida tecnica, i giallorossi hanno sorpreso nuovamente tifosi e addetti ai lavori; pareggio nello scontro diretto per la qualificazione all’Europa che conta contro il Milan di Gennaro Gattuso, in una sfida che i capitolini hanno però sostanzialmente dominato e avrebbero meritato di vincere e, appunto, il tris contro il Chievo di mister Di Carlo, ottenuto in modo autorevole e senza grossa sofferenza.
Cosa aspettarsi, dunque, dal prestigioso confronto con il Porto dell’ex laziale Sergio Conceiçao? Difficile effettuare un pronostico, vista la Roma totalmente incostante di questa stagione 2018/2019.
Per quanto concerne la forma psico-fisica, entrambe le compagini giungono all’appuntamento non al top. La squadra di mister Di Francesco soltanto una decina di giorni fa è stata sull’orlo dell’ennesima crisi di nervi e ha mostrato segnali di risveglio di portata non tale da poter pensare che possa partire con i crismi della favorita. Come se non bastasse, l’allenatore abruzzese sarà costretto a fare a meno del portiere titolare Olsen e di Patrik Schick, apparso finalmente in buono stato durante le ultime apparizioni.
Dal canto suo, il Porto, che comunque comanda la Primeira Liga portoghese, è reduce da tre pareggi nelle ultime quattro uscite, tra campionato e coppa; soprattutto, la formazione di casa allo stadio O Dragao deve rinunciare a due pezzi da novanta del proprio undici titolare, come il centravanti Marega e, con ogni probabilità, anche il funambolo messicano Jesus Corona, uno di coloro che ci ‘purgò’ nel tremendo 0-3 subito all’Olimpico nell’estate del 2016 nella gara di ritorno dei preliminari di Champions League.
Proprio questo precedente tanto vicino temporalmente quanto nefasto, aleggia sulla sfida e per gli amanti della cabala non è certo di buon presagio.
Scaramanzie a parte, ripensando alle formazioni che la Roma avrebbe potuto pescare nell’urna di Nyon lo scorso dicembre, di certo non ci si può lamentare: contro i portoghesi non si parte favoriti, ma senza dubbio neppure con la connotazione di ‘vittime sacrificali’ come sarebbe potuto accadere nel caso di sorteggi differenti.
Qualora la Roma ‘facesse la Roma’, espressione molto in voga soprattutto nei momenti di defaillance della squadra capitolina, avrebbe ottime chance di superare il turno e di finire dritta nella Top 8 dei club europei per il secondo anno di fila; tuttavia, c’è da confrontarsi con una squadra che dall’avvento di Sergio Conceiçao in panchina sembra non perdere colpi e, soprattutto, è anche storicamente più abituata a partite di questo tenore.
Oltre alla qualità tecnico-tattica necessaria per poter sopraffare l’avversario, mai come in questa circostanza i giallorossi dovranno essere in grado di ‘tirare fuori gli attributi’ e mettere in campo quella grinta che spesso gli è stato rimproverato di non avere.
Lo Stadio Olimpico farà la sua parte, con oltre 50.000 presenze previste sugli spalti nonostante il clima di aperta contestazione con squadra e società; la speranza è che i protagonisti sul terreno di gioco possano fare altrettanto per poter, parafrasando una frase pronunciata poco prima dello Scudetto del 1983 dal mai dimenticato Agostino Di Bartolomei, arrivare in ‘Porto’ col vessillo.