INSIDEROMA.COM – MATTEO LUCIANI – Minuto 95 della sfida tra Frosinone e Roma: Daniele De Rossi verticalizza improvvisamente il gioco in direzione di Stephan El Shaarawy, il ‘Faraone’ controlla la sfera e vede tutto solo in mezzo all’area di rigore l’accorrente Edin Dzeko, che, adeguatamente assistito dall’ex Milan, butta dentro, in un modo tutt’altro che calcisticamente limpido, il pallone del definitivo (e soffertissimo) 3-2 contro i ciociari. Il bosniaco esplode e con lui tutto il settore ospiti tinto di giallorosso dello Stirpe.
La Roma di Eusebio Di Francesco conferma il suo non eccellente momento di forma in campionato, dopo i tre punti con tanti patemi ottenuti la scorsa settimana contro il Bologna di Mihajlovic, ma continua a vincere e a credere quindi al quarto posto, attualmente occupato dal Milan di Gattuso e soprattutto del suo bomber Piatek.
Se nel capoluogo meneghino, sponda rossonera, si godono il nuovo acquisto arrivato dal Genoa, i tifosi giallorossi non possono che esultare per aver ritrovato (semmai si fosse realmente perso) il vero Edin Dzeko.
Con la doppietta realizzata contro la formazione di Marco Baroni, il centravanti ex City ha toccato quota 85 gol con la maglia della Roma. Tale dato proietta Dzeko all’ottavo posto in solitaria nella classifica all time dei marcatori della compagine capitolina: un risultato davvero straordinario se si pensa a come era iniziata la storia d’amore tra il bosniaco e i giallorossi, oltre che ai vari mugugni sul suo modo di scendere in campo in alcuni match durante i tre anni e mezzo sin qui disputati da Dzeko con la Roma.
Estate 2015. Rudi Garcia resta l’allenatore giallorosso nonostante il finale di stagione precedente infuocato e le dichiarazioni assai poco concilianti nei confronti dei vertici della società, rei di non essere trasparenti nei confronti dei tifosi perché qui “ogni anno bisogna vendere per poi comprare e così è impossibile colmare il gap con la Juventus”. Pallotta e Sabatini decidono di rispondere a tali accuse con i fatti e portano nella Capitale il grande bomber atteso probabilmente ormai dai tempi del mitico Gabriel Omar Batistuta: la scelta ricade su Edin Dzeko e l’opzione pare proprio non potesse essere migliore. Un nome altisonante, con tanta esperienza internazionale e valanghe di gol e successi alle spalle.
Il giorno dell’arrivo del bosniaco a Roma l’aeroporto di Fiumicino è praticamente bloccato: migliaia i tifosi accorsi per salutare e accogliere il nuovo beniamino. Passato l’iniziale entusiasmo, però, il campo dice tutt’altro; Dzeko appare il lontano parente dello straordinario attaccante ammirato nelle stagioni precedenti con le maglie di Wolfsburg e Manchester City. Nel frattempo, Garcia viene esonerato e con Spalletti, nonostante i tentativi iniziali di recupero del calciatore, Dzeko diventa sempre più una presenza fissa in panchina. La sua prima stagione termina con soltanto dieci reti totali all’attivo.
Colui che un anno prima veniva accolto come un re, l’estate seguente viene ritenuto uno dei principali problemi della Roma e non diventa così difficile immaginare un suo addio dopo soltanto una stagione in Serie A. Errore marchiano. Mai dare per sconfitto Edin Dzeko.
L’annata 2016/2017 è semplicemente meravigliosa per il bosniaco. Luciano Spalletti rigenera l’attaccante e lo porta fino alla clamorosa vittoria della classifica marcatori della massima serie (29 reti). In tutto, fanno 39 gol in 51 partite disputate: un mostro.
L’estate del 2017, però, porta via Spalletti da Roma e con il nuovo mister, Eusebio Di Francesco, le cose sembrano iniziare in modo non proprio ottimale per Dzeko, che dopo un sofferto pareggio casalingo per 0-0 contro l’Atletico Madrid in Champions League sbotta e afferma: “Non si può giocare così e restare in difesa per tutta la partita. Se non mi arrivano palloni giocabili, è difficile segnare”. Nonostante alcune perle autentiche (leggasi, ad esempio, rete al volo in Chelsea-Roma 3-3), il rendimento del numero nove romanista cala rispetto alla stagione precedente. Tornano, come nel primo anno, le critiche, alcune anche giuste, altre francamente inaccettabili. Si rivelerà un clamoroso autogol: mai dare per sconfitto Edin Dzeko.
Si arriva, così, al mercato di gennaio, quando in pochi giorni emerge che il Chelsea di Antonio Conte voglia puntare forte proprio su Dzeko per arricchire il proprio parco attaccanti. Si tratta di una sorta di fulmine a ciel sereno per i tifosi. La sera del 24 gennaio del 2018, il bosniaco scende in campo a Marassi contro la Sampdoria con un piede e mezzo già dentro alla nuova avventura londinese, almeno in base a quanto affermato da quasi tutti gli operatori di mercato e addetti ai lavori. Il destino vuole che sia proprio lui, a tempo scaduto, a siglare la rete del definitivo 1-1 contro i doriani.
Il giorno seguente, quello che dovrebbe mettere nero su bianco il trasferimento in Premier, il clamoroso dietrofront: Edin Dzeko rifiuta il Chelsea perché non se la sente di lasciare la Capitale. Succede così che diventi poi proprio lui tra i principali protagonisti della meravigliosa cavalcata romanista in Champions, stoppata in semifinale dal Liverpool dell’ex Salah sul più bello e del raggiungimento del terzo posto in campionato. Ancora una volta, mai dare per sconfitto Edin Dzeko.
Anno nuovo, storie vecchie. Edin Dzeko fatica, come tutta la squadra di Eusebio Di Francesco, nella prima parte della stagione 2018/2019 ed ecco, puntuali, arrivare i mugugni dei tifosi e le voci di mercato che lo vogliono in procinto di lasciare Roma, non rinnovando il proprio contratto in scadenza nel 2020. Il lungo periodo di astinenza dal gol fa il resto, ma non scoraggia Dzeko, che risponde come sempre sul campo.
Tante chiacchiere, eppure soltanto i fatti e i numeri possono parlare: Edin Dzeko ha siglato 85 reti in 166 partite con la maglia della Roma. Tra coloro che lo precedono nella speciale classifica dei migliori cannonieri della storia giallorossa, soltanto Manfredini è stato in grado di siglare tante reti con un numero minore di partite e nessuno, invece, ha una migliore media nel rapporto gol-minuti giocati (una marcatura ogni 153 minuti per il bosniaco, contro i 156 dell’indimenticato ‘Piedone’).
Mai dare per sconfitto Edin Dzeko, se non fosse chiaro.