(MASSIMO PAPITTO – INSIDEROMA.COM) – La Roma è sola. Sola contro tutti. L’ennesima riprova c’è stata nella serata di Europa League contro il Borussia Moenchengladbach quando erano passate da poco le venti e quarantacinque e la partita coi tedeschi andava spedita verso una vittoria preziosa e pesantissima nell’economia del girone. L’’1-0 era quasi agli archivi quando l’arbitro Collum ha deciso di inventarsi di sana pinta un calcio di rigore per un fallo di faccia di Smalling durante una sponda area di un calciatore tedesco. Un abbaglio clamoroso. Indecente. Nell’epoca del Var una rapina bella e buona in una competizione come l’Europa League che nella fase a gironi non prevede ancora l’uso della tecnologia. Una follia.
Il Var nella vecchia e gloriosa Coppa Uefa sarà introdotto soltanto nella fase eliminatoria e la fase a giorni è stata quindi sacrificata. Perché? Oramai viviamo un’epoca calcistica dove si rivede di tutto, tocchi di braccio minimi, piedi in fuorigioco di un centimetro, e si lascia correre, non usando la tecnologia, un abbaglio del genere che danneggia una squadra, la Roma, che fino a quel momento aveva vinto una partita di sacrificio in un momento della stagione delicatissimo.
Si fa fatica a digerirla questa beffa, si fa fatica più di altre proprio perché la Roma in questo momento aveva buttato il classico cuore oltre l’ostacolo vincendo una partita contro una squadra complicata, prima in Bundesliga tedesca e molto preparata tatticamente e fisicamente. In una serata di pioggia battente la Roma si era battuta al meglio con un Mancini straordinario nel ruolo inedito di centrocampista centrale davanti alla difesa e con uno Dzeko trascinatore nonostante una maschera protettiva che ne sta limitando i movimenti. La partita di Zaniolo meriterebbe un discorso a parte e bisognerebbe mettersi a tavolino con Fabio Capello che non più tardi di ventiquattro ore prima ne aveva minimizzato la carriera. Un gol di testa per zittire i critici e la più classica delle riposte possibili: quella sul campo.
Era andato tutto per il verso giusto prima di Collum. Prima di quella follia arbitrale che ora rimette in corsa tutto il girone e consegna alla Roma un contraccolpo psicologico non indifferente.
Si dice che quando la pioggia picchia forte bisogna mettersi sotto l’ombrello e ripararsi il più possibile prima che torni un po’ di sereno. Il problema è che ultimamente alla Roma la pioggia sembra non voler smettere di cadere tra sviste arbitrali ed infortuni in serie.
Arriveranno tempi migliori, siamo obbligati a credere a questo. Non possiamo mollare. Siamo appena a fine ottobre. Mettiamoci l’elmetto e combattiamo a partire già da domenica pomeriggio col Milan. Forza Roma.