Roberto Mancini, ct della Nazionale, ha parlato dal Salone d’Onore del CONI dove è in corso il Premio Enzo Bearzot. Queste le sue parole raccolte da TMW:
“L’allenatore della Nazionale deve decidere il giocatore che ha la miglior condizione, quindi il calciatore non ha tante occasioni di mettersi in mostra. Io ho giocato in anni difficili e qualcuno doveva rimaner fuori. Gli Scudetti sono importanti, ho avuto la fortuna di vincerli con squadre non abituate e non è mai facile. Io ho iniziato con la Nazionale nell’U15, poi ho fatto tutta la trafila fino ad arrivare e essere il commissario tecnico, poi è chiaro che in quegli anni c’erano molti giocatori e siamo stati sfortunati nei mondiali del 1990”.
Adesso spazio al Mondiale Under 20 e l’Europeo Under 21. “Riuscire a fare qualcosa di diverso sarebbe fantastico. I ragazzi sono tanti e l’U20 sta facendo bene al Mondiale. I giovani ci sono e basta dargli fiducia”.
Un giudizio sulla stagione appena conclusa. “Il campionato è stato interessante fino all’ultimo minuto. I giocatori hanno dato il massimo fino alla fine. Non c’è niente che non va per quanto ci riguarda. Speriamo che questo serva per arrivare a giugno prossimo e avere un mese bellissimo. Non c’è stato un protagonista su tutti”.
Oggi ci sono tanti giovani come Federico Chiesa, Barella, Zaniolo e tanti altri. Sembra un po la sua Under 21? “Le storie possono essere abbastanza simili. Con i giovani di oggi la storia è quasi la stessa ma speriamo sia diverso il finale, con una vittoria importante”.
Allegri, Spalletti e Ranieri? “Quando inizi a fare l’allenatore sai che può succederti di tutto. Non è così semplice. Sono tutti e tre bravi ora cambieranno squadra e continueranno ad avere i loro successi. Ranieri per l’età che ha e l’esperienza che ha accumulato è quello che mi somiglia di più. Anche per la sua calma”.