INSIDEROMA.COM – ALESSANDRO CAPONE – E finalmente il giorno è arrivato. I primi raggi di sole che cominciano ad illuminare la città portandosi via una notte che è stata lunga, forse troppo… o forse no… Troppo è forse il tempo che hai atteso per poter vivere una giornata come questa, troppe sono state le volte in cui hai vissuto momenti amari, troppe le volte che un in cui si è smossa la rete sbagliata lasciandoti un urlo strozzato in gola, troppe le volte in cui il coro si è spezzato e hai sentito il peso di quel magone e sei ripartito con il che sarà… Ma non sarà mai troppo, però, il sentimento che porti dentro, la voglia di ricominciare ogni volta, l’orgoglio e il vanto di portare in alto i colori della tua passione. Non saranno mai troppe le emozioni che ti porti dentro e quelle che speri di vivere ancora e ancora. Non saranno mai troppi i chilometri da macinare o le notti in bianco per tornare a casa. Ed per questo che sei convinto che ce la meritiamo noi. Per le stagioni che hai vissuto al suo fianco una dopo l’altra, per averci sempre creduto, per i sacrifici, per le gioie e i dolori passati, per quegli abbracci dopo i gol e quelle pacche sulle spalle dopo la delusione, per le risate, i brindisi e per guai passati insieme. Per non aver mai pensato di smettere di inseguire a tutti i costi il tuo sogno giallo ocra e rosso pompeiano ovunque ti avesse portato e anche quando ti ha tormentato l’anima, per chi non è e non sarà mai solo in questa famiglia, per chi non è e non sarà mai solo una partita di calcio ma emozione e sentimento. Per chi non c’è più ma è comunque presente, eccome se lo senti. Per chi intravede il porto all’orizzonte e stasera vuole entrarci con il vessillo. Per chi, nonostante tutto, comunque vada, domani mattina sarà ancora Romanista come e più di prima.
Le strade che pian piano si riempiono di traffico. L’asfalto che si scalda e l’aria intorno che ora dopo ora si riempie di tensione. Le bellezze della città che splendono di luce propria e sono li che sembrano attendere anche loro… Per chi è a Tirana, per chi è a Roma, per chi ovunque nel mondo sente minuto dopo minuto, secondo dopo secondo il cuore battere sempre più forte e la testa riempirsi di quel sentimento che fa scorrere veloce il sangue nelle vene. Roma non corre come un normale giorno, o almeno ai tuoi occhi c’è qualcosa di diverso oggi. Sembra tutto più lento, come se ogni persona, ogni pensiero, ogni cosa abbia come un conto alla rovescia verso l’ennesimo appuntamento con il destino. Un destino che non puoi sapere e non puoi controllare ma che sicuramente puoi provare ad indirizzare. Con i pensieri, con la voglia di vincere da trasmetterci l’uno con l’altro e che come un’onda emozionale arrivi fino a chi stasera indosserà la nostra maglia rappresentando l’eternità dell’Urbe che si tramanda da generazione in generazione.
Qualche sporadica goccia di pioggia prova a placare una attesa che non può più essere controllata e quando la notte comincia a fare capolino lasciando spazio a ogni tipo di luci che si accendendo sulle emozioni che cominciano a farsi sempre più tese. E’ ora di viverla ognuno come ha scelto, ognuno con chi ha scelto, ognuno a modo suo, ma tutti con un obbiettivo da centrare. Un brindisi prima del fischio di inizio, un sorso, un momento di silenzio… e poi… è cominciata la nostra finale europea…
In testa ogni pensiero è per quel pallone che si muove sul prato verde, per le tua maglia che si scontra ora con quella avversaria, per quell’urlo che si sente arrivare dagli spalti di Tirana e che contagia tutta la città… La coppa li… a bordo campo… con la mente che fatica a capire ancora se è un miraggio o se è la realtà… Non puoi spiegare la tempesta emotiva che c’è dentro di te. Ipnotizzato dalla palla che danza sul campo e unito idealmente insieme ad ogni anima romanista al mondo in quella spinta invisibile che cerca di indirizzarla verso la porta avversaria. E i sogni, se ci credi davvero, se tutti insieme ci crediamo, se li insegui forse si avverano… In un istante vedi come tutto rallentare quando il difensore avversario non arriva di testa ad anticipare. La palla che viene messa giù mentre il portiere è in uscita. Un tocco a scavalcarlo e rete che si scuote. La città che urla di gioia. Sei in vantaggio fra sorrisi e abbracci. Aspetti la fine del primo tempo perché hai bisogno di rifiatare un momento, ma il tempo non basta e quando si riparte lo fai in apnea. I pali della tua porta tremano per due volte e tremano i cuori di chi adesso comincia a guardare anche il cronometro. Scorrono i secondi lenti, il sangue nelle vene velocissimo. Battono i cuori, battono le mani. Tutti allo stremo, in campo e fuori fino a quando non arriva il triplice fischio e l’urlo, questa volta liberatorio, si mescola ancora ad abbracci e sorrisi e, adesso, anche a qualche lacrima. La coppa è tua, la coppa è nostra, la coppa è di tutti noi che ci abbiamo sempre creduto a serate come questa, che abbiamo sempre saputo che ne valeva sempre la pena, che una soddisfazione così ce la meritavamo tutta.
La coppa alzata al cielo, ora portatecela a Roma perché stavolta Roma ha vinto e rivendica il suo trofeo.
Intanto la città si accende di gioia, di colori, di suoni, di sorrisi. Questa notte è nostra, è della Roma e vorresti non finisse perché non ti stanchi mai di lei che in questo momento si, ti fa sentire una persona nuova, ti fa sentire parte di un pezzo di storia di questa città.