30 Dic 2024In Breaking News6 Minuti

Roma e Milan non si fanno male a vicenda. A San Siro regnano gli alti e bassi

INSIDEROMA.COM – FEDERICO FALVO – La Roma chiude il 2024 con un punto conquistato a San Siro contro il Milan. Di per se è un bottino magro, ma ciò che fa ben sperare per l’anno nuovo è la prestazione. I giallorossi non sono stati perfetti e non hanno fatto la partita eccezionale come aveva chiesto Ranieri in conferenza stampa; ma hanno fatto il loro senza sfigurare, mantenendo un livello di gioco soddisfacente ed ancora migliorabile. Anche il Milan ha fatto bene, mettendosi alle spalle i vari problemi interni ed i tanti infortuni, dimostrando tutta la forza della propria rosa. Dunque il pareggio è un risultato giusto, equo per quanto si è visto in campo.

TUTTO NEI PRIMI 45 – Il risultato finale è stato deciso interamente nella prima frazione di gioco, ricca di occasioni ma anche decisioni dubbie e tanti cartellini. Insomma, non ci si è fatto mancare niente sul palcoscenico della “Scala del Calcio“. Il primo acuto è di marca giallorossa, con Dovbyk che dopo undici minuti scheggia il palo. Un brivido che da al Milan la spinta per entrare con decisione nel match e provare ad imporre il proprio gioco. Una scelta che da subito i suoi frutti quando al 16′ i rossoneri trovano il vantaggio; Fofana vede l’inserimento di Rejinders in area e lo serve alla perfezione, da li è tutto facile per l’olandese che calcia in rete il gol dell’1-0. San Siro esplode ed i giocatori del Milan spingono ancora di più per mettere maggiore distanza sul tabellino. La Roma accusa il colpo ma si difende e riesce a venirne fuori con Pisilli che serve in area Dovbyk; l’ucraino fa sponda di tacco per l’accorrente Dybala che di destro calcia al volo e trova l’angolino alla destra di Maignan. Portiere battuto e risultato e risultato nuovamente di parità. Il finale di primo tempo è condito dal nervosismo, causato in parte dall’arbitro Fabbri. Il direttore di gara, infatti, sorvola su un possibile rigore per il Milan causato da un presunto fallo di Pisilli su Rejinders. Tutto lo stadio protesta e Theo Hernandez commette fallo su Dybala per richiamare l’attenzione dell’arbitro e magari dargli modo di andare a rivedere l’azione al VAR. Ammonito Hernandez, l’azione non si rivede, per Fabbri non è rigore. Protesta Morata, ammonito. Si infuria Fonseca, già ammonito in precedenza e adesso espulso. San Siro diventa una bolgia, tutti sono contro Fabbri. Tutti tranne la Roma, che forse ne è uscita anche fin troppo bene da questa situazione. Rimane il forse, perchè bisogna essere onesti e dire che Pisilli non entra su Rejinders per fermarlo ma per contrastarne il tiro. Rejinders da parte sua non calcia ma con un colpo di tacco prolunga la sfera per Jimenez e frana su Pisilli che in scivolata lo tocca con la gamba di richiamo. L’arbitro decide per il non rigore, presumibilmente perchè Reijnders non era più in possesso del pallone; ma poteva anche starci. Rimane il dubbio che salva la Roma.

PAURA – Nella ripresa Ranieri corre ai ripari per la sua Roma, sostituendo gli ammoniti Koné ed Hummels con Pellegrini e Celik. Ciò non aiuta la squadra, che perde forza ed esplosività ma per lo meno abbassa i rischi di ritrovarsi con un uomo in meno nel corso della gara. Si abbassano anche i ritmi del match in generale, come se entrambe le squadre avessero paura di farsi troppo male. Eppure i tentativi di passare in vantaggio non mancano, sia da una parte che dall’altra. Il Milan si rende molto pericoloso con i tiri dalla distanza, neutralizzati in maniera superlativa da Svilar, poi eletto miglior giocatore della partita. La Roma prova a colpire ma con troppa imprecisione e disordine, finendo spesso in fuorigioco. Ma alla fine i secondi 45′ di gioco hanno lasciato ai presenti la sensazione che la partita fosse ancora in bilico fino al fischio finale.

La prestazione della Roma lascia un pò di amaro in bocca. Nel primo tempo più concentrata e pericolosa, nella ripresa un pò caotica e troppo frettolosa. Anche la prestazione di alcuni giocatori va rivista, su tutti Celik e Pellegrini. Il primo spinge troppo poco per essere un terzino, rallentando spesso l’azione dando il pallone indietro come scelta primaria piuttosto che come ultima spiaggia. Pellegrini, invece, sembra solo un lontano ricordo di quello che una volta era un giocatore determinante ed incisivo. Non se ne discute il valore, ma il momento. Possiamo capire le negatività, la pressione psicologica ed il peso delle aspettative, ma la Roma ha ancora bisogno del suo capitano. Soprattutto adesso, perchè domenica c’è il Derby, non una partita come tutte le altre.