INSIDEROMA.COM – FEDERICO FALVO – Ieri, nel primo pomeriggio, la Roma ha vinto contro il Monza. Una vittoria importantissima ma arrivata solo nel finale e con molta fatica, contro una squadra in dieci uomini per tutto il secondo tempo.
DIFFICOLTÀ – La prima frazione di gioco ha visto le due squadre attente dal punto di vista tattico ed in cerca di spazi per colpire. Bisogna ammettere che il Monza ha agito meglio rispetto alla Roma, chiudendo Paredes con la marcatura fissa di Colpani per limitare il regista giallorosso. Una mossa che ha pagato, poiché la Roma è stata costretta ad appoggiarsi su N’Dicka per impostare la manovra. Il difensore ha retto bene il peso dell’investitura, mantenendo la calma e non prendendo fretta nelle decisioni, grazie anche alla marcatura quasi nulla su di lui da parte dei brianzoli. In virtù di ciò la Roma ha iniziato a costruire gioco sulla sinistra, con N’Dicka che il più delle volte si appoggiava su Spinazzola che poi andava in profondità cercando il cross in area. Ma anche il Monza ha avuto libertà di manovra, tenendo palla per diversi minuti consecutivi e non ricevendo un pressing asfissiante da parte degli uomini di Mourinho. Le occasioni, in questo primo tempo, sono state poche; con la Roma che si è resa pericolosa per due volte con Aouar e Belotti ma trovando l’opposizione di Di Gregorio; autoritario e sempre pronto tra i pali. Nel finale di tempo il Monza rimane in dieci uomini per l’espulsione di D’Ambrosio, un doppio giallo per due falli entrambi su Belotti. Il primo, una scivolata da dietro al limite dell’area è netto; il secondo, un contrasto sempre da dietro sulla metà campo, è si fallo ma rimangono dei dubbi sul giallo poiché l’intervento è si duro ma non cattivo. Ma l’arbitro ha optato per la sensazione e la conseguente espulsione. Monza in dieci e la panchina di Palladino si trasferisce dal quarto uomo per protestare.
FATICA – Nel secondo tempo la Roma, grazie anche all’uomo in più, ritrova Paredes libero di agire e si riassesta per segnare e passare in vantaggio. Ma non è un compito facile, perché il Monza non si arrende e da molto filo da torcere ai giallorossi. Gli ingressi di El Shaarawy ed Azmoun danno più spinta offensiva alla Roma che però si sbilancia, crea distacco tra i reparti e apre il fianco alle ripartenze brianzole. Il Monza, infatti, con l’ingresso di Birindelli e Vignato cambia passo e si rende pericolosa in due occasioni; con Rui Patricio bravo a respingere le offensive biancorosse e mantenere la porta inviolata. La partita, tranne qualche fiammata, è molto “ferma” e aizza gli animi. Il Monza, ovviamente e con mestiere, sfrutta ogni occasione possibile per congelare il gioco. Ogni rinvio dal fondo viene eseguito da Di Gregorio con una calma maniacale. Ogni contrasto è l’occasione giusta per rimanere qualche secondo di più per terra. I giallorossi protestano con il direttore di gara che comunica di far recuperare tutto, ma di fatto non sanziona i brianzoli se non il solo Machin che in occasione della sostituzione esce dal campo a ritmo di passeggiata defaticante. In più, oltre al nervosismo, ci si mette anche la sfortuna; con Lukaku ed Azmoun che colpiscono i legni della porta difesa da Di Gregorio. La palla sembra non voler entrare, quei 2,44 metri di altezza per 7,32 metri di larghezza sembrano stregati. Ma alla fine (al 90’ Minuto), dopo tanta fatica, arriva la magia che libera gli urli di tutti i presenti allo stadio. Zalewski dalla sinistra crossa in area ma il suo suggerimento è troppo alto e lungo, per quasi tutti però, perché Kristensen dall’out di destra rimette in mezzo di testa per El Shaarawy che nel tentativo di prolungare la sfera la sfiora soltanto; la palla rallenta e viene raccolta da Azmoun che stoppa e tira trovando l’opposizione della difesa ospite, ma la respinta è corta e rimane a disposizione del faraone che di destro al volo scarica in rete. Un tiro forte, pieno di rabbia per la partita che non si sblocca ma soprattutto pieno di tutte quelle voci e quelle cattiverie che gli sono state sputate addosso nell’ultima settimana. Ma alla fine della sua corsa, quando la palla incontra la rete, ci si lascia andare alla gioia. L’Olimpico esplode in un urlo liberatorio, El Shaarawy corre verso la Sud per festeggiare con la sua gente, circondato dai compagni che lo hanno sostenuto e continueranno a farlo. Anche il faraone si libera, esplode in un pianto che ha il sapore della fatica provata dopo le accuse infondate, della rabbia di essere stato accostato ad un qualcosa che non ha mai fatto. Lacrime di gioia e di amore verso questo sport, il calcio, che alla fine gli ha ridato indietro tutto il rispetto che merita.
LIBERAZIONE – Un pianto, la cui colonna sonora solo le urla di gioia di tutto lo stadio, che libera tutti dal peso di una partita che non voleva sbloccarsi. Si libera anche Mourinho, che nel finale (verranno dati otto minuti di recupero) viene espulso dopo essersi rivolto alla panchina del Monza facendo il gesto prima delle lacrime e poi del silenzio. Un gesto liberatorio, arrivato dopo una partita in cui Palladino ed i suoi hanno protestato platealmente. Un gesto che vuole “vendicare” quanto successo scorsa stagione dopo Monza-Roma, quando lo stesso Palladino aveva criticato Mourinho e la panchina della Roma per le stesse cose che ieri ha fatto lui con i suoi. Un gesto che costerà la presenza dello Special One a San Siro ma che, ne siamo sicuri, il portoghese aveva in serbo da diverso tempo. Un macigno, che Mourinho si è tolto dalla scarpa, anche se poi in conferenza stampa ha parlato bene del Monza che merita davvero tutti gli elogi del caso. Ha speso parole buone anche per Palladino, dicendo di ammirarlo per come allena e mette in campo i suoi, ma il ricordo delle parole di stagione scorsa è ancora vivo; con Mourinho che lascia la conferenza stampa da una porta di servizio per non dover incrociare il collega in arrivo in sala per parlare alla stampa.
Ma alla fine, ciò che conta davvero, è la vittoria. Rimangono i tre punti che avvicinano la Roma alle posizioni di vertice della classica, a tre distanze dal quarto posto. Rimane il pianto di El Shaarawy, un ragazzo ferito ma con la forza di rialzarsi e rispondere con i fatti, un uomo rispettoso ed educato che ha dato tutto per la Roma e siamo certi che avrà ancora tanto da dare. Una persona che alla Roma siamo onorati di avere.
a cura di Federico Falvo