Simonetti: “Il mio obiettivo è rimanere alla Roma il più possibile. I miei idoli sono i romani e romanisti”
Pierluigi Simonetti, centrocampista della Roma Primavera, ha parlato ai microfoni di Roma TV durante il programma “Next Generation“:
Come è nata la tua passione?
“Mio padre e mio nonno giocavano a pallone ed è una passione che ci hanno trasmesso dai primi passi“.
In che categorie giocavano?
“Mio padre è arrivato al massimo a fare gli Allievi con la Lazio, ma mai cose importanti. Poi ha dovuto cominciare a lavorare perché alla famiglia serviva una mano in più per arrivare a fine mese“.
Le storie ci raccontano spesso dei nonni e dei papà che giocano a calcio e comincia anche il figlio, invece, nel tuo caso anche tua sorella Flaminia gioca a calcio. Come le è nata la passione?
“Magari vedendo anche mio fratello maggiore giocare le è scattata la passione, poi ha continuato piano piano e l’ha fatto diventare un lavoro“.
Parlate mai di calcio?
“Parliamo sempre di calcio, magari quando stiamo a casa o al telefono, quasi la maggior parte del tempo parliamo di pallone“.
Ti ricordi quando hanno presa alla Roma anche lei, tu eri già qui da tanti anni, avete festeggiato?
“È stata una grande soddisfazione per tutta la famiglia. Anche per lei giocare alla Roma è sempre stato il suo sogno, ora fa quest’anno all’Empoli e spera di tornare l’anno prossimo“.
Tu invece dalla Roma non sei mai andato via?
“No, è un amore duraturo negli anni. Non ho mai avuto l’idea di andare via, magari nel futuro non si può mai sapere, ma il mio obiettivo è rimanere qui il più possibile“.
Sei entrato che avevi 10 anni, ti ricordi quando ti hanno chiamato?
“Sì me lo ricordo bene, è uno dei ricordi che ho più lucidi di quando ero piccolo. Stavo a casa al mare con mio nonno e mia nonna, è arrivata una chiamata a papà. Preso dalla gioia ho corso per tutta casa“.
Quando eri più piccolo eri uno dei più bravi, ma anche dei più piccoli e poi hai sviluppato tutto insieme. Hai mai avuto paura che il tuo fisico ti penalizzasse?
“Paura no, non ho mai visto la mia statura come una cosa negativa, l’ho vissuta bene non ho mai avuto problemi di questo tipo. Più che altro i miei giocatori erano preoccupati che non crescessi, ma alla fine ho sviluppato tutto insieme“.
Tu sei cresciuto di dieci centimetri in un anno, sono tantissimi, avevi 16 o 17 anni giusto?
“Sì, lo scorso anno. Non mi sono mai posto il problema dell’altezza, anche se poteva esserlo“.
Nonostante l’altezza e tutto quanto, tu giochi nel settore giovanile con molta continuità, ad esempio hai giocato con l’Under-15, l’Under-16 e hai vinto lo scudetto con l’Under-17. Questo è il ricordo più bello?
“Il ricordo più bello forse è stato Benevento-Roma l’anno scorso con la prima squadra quando sono salito. Il mister mi ha visto e anche se sono entrato poco, mi ha dato tanto e mi ha fatto molto piacere“.
Senti che questo può essere l’obiettivo?
“Io ci metto sempre l’impegno anche se magari, come lo scorso anno, ho giocato poco. Mi impegno sempre come nel primo anno. Non sto con la testa a pensare che devo dare tutto perché tanto lo faccio in allenamento ogni giorno, me lo pongo come obiettivo quotidianamente“.
Tu negli anni hai cambiato il tuo ruolo: prima regista, adesso mezzala, hai fatto anche molti gol con l’Under 17. Quali sono le tue caratteristiche principali, qual è il ruolo più adatto a te?
“Il mio ruolo preferito è quello che faccio adesso: la mezzala. E’ un ruolo che mi permette di andare avanti e di tornare indietro quando serve, forse è anche quello più adatto a me“.
Qual è il tuo idolo?
“Persone come Daniele De Rossi, Florenzi e Pellegrini: romani e romanisti, gli idoli dei ragazzi di Roma“.
Ti piace quel tipo di percorso?
“Sì, sarebbe il sogno più bello, però farlo da romano e romanista forse ha qualcosa in più che gli altri non sanno“.
L’obiettivo è superare qualche problemino di inizio stagione che ti sta un po’ limitando?
“Magari anche vincendo qualcosa quest’anno“.