IL TEMPO – MENGHI – Mentre il papà Alberto subiva una lezione dall’Atalanta dicendo addio alla Coppa Italia Primavera, Daniele De Rossi vedeva Bergamo un po’ più vicina. Il capitano romanista ieri mattina si è allenato in campo con i compagni e non si è limitato solo alla parte atletica, si è scatenato col pallone e ha potuto giocare la partitella finale. Poi ha portato tutti a cena fuori: la squadra (Olsen l’unico assente) si è ritrovata in serata da Finger’s, tra sushi e calici alzati. Un brindisi al futuro di cui il numero 16 giallorosso vuole far parte. Sta facendo passi da gigante verso il rientro, nelle prossime ore aspetta la risposta più importante dal ginocchio malmesso: se il dolore non dovesse tornare e tutto dovesse filare liscio fino a domenica, potrebbe guadagnarsi un posto in panchina. Motivazionale, ma non solo. È vero che dopo più di 3 mesi lontano dal campo e con una cartilagine di mezzo sarebbe troppo presto per rischiarlo, ma la chiamata di Di Francesconon sarebbe per il tifoso Daniele, come a dicembre contro il Genoa (verso la Juve), bensì per il miglior rinforzo a centrocampo in cui la Roma possa sperare. Adesso De Rossi è clinicamente guarito, ma in un caso così delicato non basta. Serve intanto la conferma delle sensazioni positive provate nel primo vero allenamento in gruppo, oggi la seduta è in programma alle 14.45, il resto verrà da sé.
L’influenza ha colpito anche Fazio, costretto a lavorare in palestra ieri, con Jesus ai box per almeno altri 20 giorni Di Francesco spera in un virus passeggero che gli permetta di schierare la coppia difensiva titolare con l’argentino assieme a Manolas, altrimenti chance per Marcano. Nzonzi e Florenzi si apprestano a tornare dal 1’, Under e Perotti condividono (all’incirca) i tempi di recupero, entrambi hanno cerchiato in rosso sul calendario l’8 febbraio, la sfida col Chievo con vista sugli ottavi di Champions.