La scalata è iniziata duemila partite fa, una rincorsa senza soste per salire dalla Terza Categoria alla Serie A. Seicento, tutte d’un fiato, per poi arrampicarsi dagli ultimi gradini della classifica fino alla Champions League. Un lungo giro, con andata e ritorno a Firenze, che fa di Pantaleo Corvino il direttore generale viola, e uno dei più importanti protagonisti del calciomercato degli ultimi 30 anni (…)
A Firenze sono passati anche talenti che oggi spopolano altrove. Piccini, Mancini, Zaniolo. Cos’è successo?
«Alcune storie spesso sono strumentalizzate. Piccini l’ho scoperto che aveva 12 anni e faceva l’attaccante esterno. Sono stato io a convincerlo che sarebbe stato un grande terzino. Un po’ come feci con Cassetti a Lecce. Quando sono tornato alla Fiorentina era stato ceduto al Betis. Mancini l’ho preso quando era esordiente, ma ci sono state operazioni scorrette nella fase di cessione dal Perugia all’Atalanta, non hanno rispettato un nostro diritto di riacquisto. Andremo in tribunale».
E Zaniolo?
«Quando sono arrivato lo avevano ceduto all’Entella garantendosi però una copertura in caso di rivendita. Cosa che è successa. Nella Fiorentina giocava e non giocava, è la dimostrazione di come si può maturare in maniera inaspettata…».