Gasparri: «Il presidente è come Attila. Adesso è ora che vada via»
IL TEMPO – SCHITO – Senatore della Repubblica, è stato Vice Presidente del Senato, ma soprattutto romanista. Maurizio Gasparri non ha mai nascosto di essere uno sfegatato tifoso della Roma, così come si è spesso espresso in maniera negativa nei confronti della proprietà americana. L’affaire Totti, dopo il recente addio di De Rossi, non ha lasciato indifferente il senato-re: «Io mi sono espresso più volte in termini molto critici nei confronti del presidente Pallotta, credo che sia veramente l’Attila della Roma. Penso a come è stato trattato Totti durante il periodo di Spalletti, all’addio di De Rossi con tutti gli equivoci che ci sono stati. Capisco che non è facile individuare un ruolo per Francesco, se il simbolo, il direttore tecnico, vicepresidente o altro, ma se Totti lascerà la Roma, credo che il disprezzo della città nei confronti di Pallotta dovrebbe essere clamoroso e totale. Dobbiamo auspicare che Pallotta lasci la società in qualsiasi modo. Se questo addio si verificasse, Roma dovrebbe lanciare una sorta di anatema su Pallotta: possiamo discutere per ore su cosa far fare a Totti, è legittimo che la società lo faccia e si confronti con lui. Tra Totti e Pallotta, la città di Roma ama Totti e vitupera e disprezza Pallotta con tutti i suoi sodali. Mi trattengo perché voglio evitare il codice penale, ma è solo questo a frenarmi dal dire quello che penso fino in fondo».
Se fosse lei a decidere, che ruolo darebbe a Totti?
«O una funzione nell’area tecnica, visto che parliamo di un giocatore che aveva grande visione di gioco e un’esperienza forte di campo,oppure un ruolo altamente rappresentativo della società, che può essere rappresentanza esterna in Lega, con gli organismi internazionali e tanti altri. Tra Pallotta e Totti, per me è Totti a dover decidere. Per quanto mi riguarda, potrebbe anche prendere Pallotta a calci nel sedere per due ore al giorno, essendo un calciatore. Sarebbe una funzione che noi tifosi della Roma apprezzeremmo».
Qualora Totti dicesse che la sua storia con la Roma è finita, ci sarebbe un modo da parte della società per recuperare il rapporto con i tifosi?
«Certo, andarsene via. Sarebbe l’unico modo. Se ne devono andare tutti, sono una sciagura. Se venisse a Roma, saremmo noi a mandarlo via. È un problema di ordine pubblico, il questore dovrebbe dargli il foglio di via. A volte vengono bloccate delle manifestazioni per motivi di ordine pubblico, ci sono autorità che hanno questo potere: credo lo debbano cacciare dal ruolo di presidente della Roma gli organi preposti all’ordine pubblico perché sono veramente dei provocatori, dei nemici del popolo e della città. Inizio a chiedermi per conto di chi agiscano».
Pensa che la figura di Baldini abbia un ruolo in questa vicenda?
«Un ruolo nefasto nella storia recente della Roma».
Il discorso legato allo stadio può cambiare qualcosa?
«Lo stadio sta diventando una maledizione per la Roma, hanno pensato soltanto a quello, evidentemente non gli interessa altro. Non ho dubbio che la vicenda Totti possa creare reazioni forti in città, è una provocazione, l’ultima goccia di veleno che forse dovrebbero bere loro».