Il derby del tifo tra scenografie, striscioni e cori
IL TEMPO – SCHITO – Giornata burrascosa, quella che ha preceduto il derby romano. In un appuntamento già particolarmente incandescente, a far accendere ulteriormente gli animi ci avevano già pensato i tifosi laziali che avevano esposto uno striscione fuori Trigoria alla vigilia della stracittadina con scritto «Zaniolo come Rocca, Zoppo de Roma», accompagnato da una sedia a rotelle. Zaniolo che in una stories su Instagram ha mandato un chiaro messaggio ai compagni di squadra: “Sfondiamoli”. Il centrocampista era presente anche all’Olimpico per incitare i compagni e festeggiare in tribuna al gol di Dzeko. Un altro striscione, sempre riferito al numero 22 giallorosso, è comparso qualche ora prima della partita nella zona di Ponte Milvio – «A casa Zaniolo questo è sicuro, oltre al ginocchio c’è de rotto pure il c…» -, centro di ritrovo dei supporter biancocelesti prima dei match dell’Olimpico.
Proprio a Ponte Milivio si è verificata una lite fra due tifosi della Lazio circa mezz’ora prima dell’inizio del derby. Durante l’alterco uno dei due uomini avrebbe colpito l’altro con una bottigliata. Quest’ultimo è stato portato in ospedale ma non è grave. In corso accertamenti per ricostruire la dinamica dei fatti. Al di là di questo, non ci sono stati altri incidenti né fuori, né all’interno dell’impianto del Coni.
Dalle scaramucce, si è poi passati al botta e risposta sugli spalti: ad accendere le luci, in tutti i sensi, è stata la curva biancoceleste che ha realizzato una scritta – “Forza Lazi”» – con delle luci. Poi le coreografie vere e proprie: da una parte la Curva Nord che ha riprodotto un angolo di Cappella Sistina con il giudizio universale di Michelangelo con l’iconico dettaglio delle due mani che si sfiorano nella creazione di Adamo accompagnato dalla scritta: “La Lazio non proviene da… La Lazio è”. La risposta della Curva Sud non ha tardato a farsi attendere: bandiere rosse e gialle che hanno colorato i distinti e degli stessi colori si è tinta la curva su cui è calato uno stendardo in cui era raffigurato uno stemma gigante della Roma. In basso la consueta scritta di accompagnamento che recitava: “Questo stemma ho nelle vene, questo stemma mi appartiene”. Al resto dello spettacolo, ci hanno pensato i ventidue in campo.