LA REPUBBLICA – CURRO’ – Il primo atto della Nazionale nel 2019, lo stage lampo a Coverciano, non è stato banale: ha assunto il valore di manifesto programmatico. Mancini ha ribadito che la sua Italia vuole e deve vincere tutte le partite, Gravina che le sue riforme saranno improntate a un principio basilare: valorizzare al massimo i migliori talenti. Il ct non ha perso tempo: ha istruito sul campo sia i veterani, come il redivivo Quagliarella, sia le reclute, come il vitalissimo Zaniolo, sulla tattica da usare tra un mese e mezzo, nelle prime due partite di qualificazione a Euro 2020, con Finlandia (il 23 marzo a Udine) e Liechtenstein (il 26 a Parma). Presto avrà a disposizione un secondo stage, riservato ai più giovani. Quanto al presidente federale, ha dettato le sue regole: Nazionale maggiore e Under 21 come vasi comunicanti, per aiutare Mancini a prenotare l’Europeo in anticipo e Di Biagio a puntare al titolo europeo di categoria, impresa vietata dal 2004 agli azzurrini, forse aiutati stavolta dal fatto di giocare in casa. Gravina ha anche chiarito i criteri della riforma sulle seconde squadre, pallino del neopresidente del settore tecnico Albertini: è possibile l’abbassamento dell’età limite, dagli Under 23 agli Under 21.
La sterzata anagrafica era visibile a Coverciano. A marzo torneranno i pilastri assenti ieri (il vice-capitano Bonucci, Jorginho e Verratti), più Immobile. Ma l’ipotetica formazione degli undici più giovani, secondo il sistema di gioco innovativo a sua volta (il 4-3-3 in fase offensiva diventa 3-2-5, con l’avanzamento di un terzino d’assalto e della mezz’ala addetta alle incursioni), è più di una suggestione: molti giovanissimi hanno già esperienza internazionale. Donnarumma in porta, difesa Conti-Bastoni-Romagnoli-Spinazzola, centrocampo Barella (Pellegrini)-Tonali-Zaniolo, attacco Bernardeschi-Kean-Chiesa. La media d’età sarebbe di anni 22,09. Che il 2019 sia un anno cruciale per la Figc, dopo la sofferta elaborazione del lutto per il Mondiale mancato, è concetto tautologico. Ieri è stato esplicitato in pubblico. Mancini ha ribadito l’obiettivo: vincere tutte e 10 le partite di qualificazione all’Europeo, anche per aggiustare la classifica Fifa, che può diventare un ostacolo sulla strada delle qualificazioni al Mondiale 2022, vista l’esperienza del girone non da testa di serie con la Spagna e del fatale play-off con la Svezia: «Siamo una squadra forte, possiamo vincere tutte le partite delle qualificazioni, anche perché dobbiamo risalire nel ranking. L’Italia, al diciottesimo posto, non ci sta bene».
Per la convocazione di marzo concorre in teoria anche Balotelli («se segna un gol a partita col Marsiglia da qui a marzo»). Mancini vorrebbe chiudere quasi il discorso qualificazione già a giugno, l’8 in Grecia e l’11 con la Bosnia (probabilmente a Torino), affrontando con serenità la trasferta in Armenia a settembre. Potrebbe utilizzare almeno tre giocatori (Chiesa, Barella e Zaniolo, «che ha avuto una crescita velocissima, sta a lui non perdersi») da consegnare poi per l’Europeo Under 21 (16-30 giugno) a Di Biagio, che ieri ha partecipato allo stage. Gravina confida nel sì di Gian- luca Vialli come capodelegazione del Club Italia (se lo augura Mancini: «Sarebbe bello, dopo la giovinezza passata insieme»), annuncia nel Cda i Palloni d’oro Rivera, Rossi, Baggio e Cannavaro, dovrebbe sondare Zambrotta per lo staff di Mancini al posto di Gregucci, allenatore della Salernitana, e progetta le seconde squadre: «Se ne discuterà il 5 marzo a Torino».