IL MESSAGGERO – ALLEGRI – Nessun proscioglimento in udienza preliminare. Dodici persone finiscono a processo per il giro di favori e mazzette nascosto dietro la realizzazione del Nuovo stadio della Roma a Tor di Valle. La ricostruzione della Procura regge di fronte al gup: l’imprenditore Luca Parnasi, l’ex presidente di Eurnova che, pagando tangenti «in stile anni 80» – come diceva intercettato – era quasi riuscito a ottenere il via libera per la realizzazione dell’infrastruttura sportiva, approda sul banco degli imputati con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e finanziamento illecito. Insieme a lui, ci sono i suoi ex collaboratori Nabor Zaffiri e Gianluca Talone, e la schiera di politici e funzionari che avrebbero ottenuto gentilezze e denaro.
POLITICI E FUNZIONARI – Il prossimo 5 novembre, a processo ci saranno anche l’ex vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio, Adriano Palozzi (Forza Italia), l’ex assessore regionale, Michele Civita (Pd), il capogruppo di FI in Consiglio comunale, Davide Bordoni, e il soprintendente ai beni culturali, Francesco Prosperetti. Per lui – che è accusato di traffico di influenze illecite – il ministero ha avviato le procedure disciplinari finalizzate alla sospensione cautelare dal servizio e le ha sospese temporaneamente. A giudizio anche Daniele Leoni, funzionario del Dipartimento Urbanistica del Comune di Roma, Giampaolo Gola, ex assessore allo Sport del X Municipio, l’architetto Paolo Desideri e Claudio Santini, ex capo di Gabinetto al Mibact. Tre dipendenti di Parnasi, Luca Caporilli, Giulio Mangosi e Simone Contasta, hanno invece patteggiato una pena di due anni.
Lo scandalo è esploso nel giugno dello scorso anno, quando Parnasi è stato arrestato insieme ad altre otto persone. Il super consulente della sindaca Virginia Raggi, Luca Lanzalone, ingaggiato senza contratto e incaricato di seguire i dossier più delicati, primo tra tutti quello sullo stadio di Tor di Valle, era finito ai domiciliari per corruzione: avrebbe agevolato l’imprenditore in cambio di consulenze remunerative. Per lui la procura ha disposto il rito immediato, che consente di bypassare la fase dell’udienza preliminare: è già sotto processo, insieme al suo socio Luciano Costantini e al presidente dell’Ipa, Fabio Serini. Ora, i due procedimenti verranno unificati: Parnasi e Lanzalone saranno insieme sul banco degli imputati. L’affaire Tor di Valle era emerso dalle intercettazioni del procedimento per corruzione a carico dell’ex fedelissimo della sindaca, Raffaele Marra, già condannato a 3 anni e mezzo di reclusione. Ma non è tutto. Perché è indagando sul giro di tangenti e finanziamenti illeciti legati al progetto dello stadio che sono emerse le presunte tangenti – mascherate da consulenze – pagate da Parnasi e da altri imprenditori all’ex presidente del Consiglio comunale, Marcello De Vito, e al suo socio, l’avvocato Camillo Mezzacapo, entrambi arrestati per corruzione.
LE ACCUSE – Per le pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli, l’ex presidente di Eurnova era «il capo e organizzatore» di un’associazione a delinquere che era riuscita a pilotare le procedure amministrative legate al masterplan, approvato nell’ambito della conferenza dei servizi nel febbraio dello scorso anno. Per ottenere «provvedimenti favorevoli alla realizzazione del Nuovo stadio della Roma e di altri progetti imprenditoriali», Parnasi e soci avrebbero compiuto «una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione», si legge nel capo di imputazione. E Lanzalone, secondo l’accusa, era un referente di primo piano: veniva interpellato per ogni decisione importante e per aggirare intoppi burocratici.