INSIDE LIGA – Zidane chiude male. Pareggio Barcellona e Scarpa d’Oro quasi sicura per Messi. Valencia in Champions. Girona ultima retrocessa
INSIDEROMA.COM – MATTEO LUCIANI – Finisce tra i fischi, e per un pubblico abituato bene come quello del Santiago Bernabeu non poteva essere altrimenti. Il Betis dà l’ultimo schiaffo alla stagione da dimenticare del Real Madrid, vincendo 2-0 in casa degli ormai ex campioni d’Europa. Zinedine Zidane schiera il solito 4-3-3. E ancora una volta ruota gli uomini che compongono l’undici iniziale. Per l’ultima stagionale al Bernabeu c’è Navas in porta, a centrocampo giostrano Valverde, Llorente e Modric, in attacco rientra da titolare Vinicius jr, che insieme a Brahim Diaz appoggia Benzema. In panchina Courtois, Isco, Asensio, Kroos e soprattutto Bale, che con tutta probabilità rivedrà il Bernabeu solo da avversario. C’è il sole su Madrid, ma il gioco del Real è poco illuminato. I primi pericoli per il Betis arrivano dopo 23′ con Marcelo, che arma il sinistro per due volte da fuori area, ma non centra la porta. Dall’altro lato Navas deve sporcarsi i guanti volando sotto la traversa per deviare in angolo una conclusione di Bartra. Il Real Madrid sembra fuori ritmo ma al 34′ ha la più grande occasione per passare: regalo clamoroso di Francis Guerrero, Benzema può tirare un rigore in movimento ma calcia sul palo a portiere battuto. Sul ribaltamento di fronte, Navas salva la porta madrilena con un colpo di reni a smanacciare un pallonetto di Lo Celso indirizzato a rete.
Si va al riposo sullo 0-0, ma passa poco tempo perché il risultato cambi. E ultimamente cambia spesso in sfavore dei Blancos. Al 61′ il Betis corona la pressione costante che attua dalle parti di Navas con un contropiede che trova Loren solo sul secondo palo. L’attaccante non ha problemi a trovare il sesto centro in Liga: 1-0 per gli andalusi. Zidane non si capacita della estrema fragilità difensiva del suo Real, che sembra in procinto di prendere costantemente gol. Lo Celso fa a fette la retroguardia dei padroni di casa e prima costringe Navas a un altro miracolo, poi conclude largo su uno schema da corner che lo libera sulla fascia. Zidane butta nella mischia Asensio e Isco al posto di Brahim e Valverde: tutto inutile, il Real fa solo confusione davanti e prende anche la seconda rete, che porta la firma di Jesé (75′). Difesa ancora una volta sorpresa da un uno-due, l’ex di turno chiede scusa al pubblico del Bernabeu, che “saluta” la propria squadra con una bordata di fischi, risparmiando solo Navas. Il campionato si chiude con 12 sconfitte (peggior risultato dal 1999). I k.o. salgono a 18 se si allarga il raggio d’analisi a tutte le competizioni.
Eibar e Barcellona hanno già raggiunto gli obiettivi che si erano prefissati all’inizio di questa stagione in campionato: una salvezza tranquilla per i padroni di casa, il titolo per la squadra di Valverde. Blaugrana che però non hanno ancora concluso la propria rincorsa a vittorie e trofei perché c’è da assegnare la Copa del Rey nella finale contro il Valencia. Il pareggio 2-2 contro l’Eibar consegna risposte contrastanti al Barcellona. Primo tempo giocato su buoni ritmi, non manca la fluidità di gioco da entrambe le parti e a beneficiarne sono occasioni e spettacolo. Eibar che si fa vedere dalle parti di Cillessen con Jordàn ed Enrich, prima di trovare la rete del vantaggio al 20’. Pique scivola su un cross da sinistra, il pallone arriva a Enrich che appoggia a Cucurella, in prestito proprio dal Barcellona, che incrocia con il sinistro. Cillessen non è impeccabile, tocca il pallone che però gli passa sotto le braccia e regala il vantaggio all’Eibar. Barcellona che reagisce, o meglio, Messi che reagisce. L’argentino ribalta da solo il punteggio nel giro di poco più di un minuto. Al 31’ Vidal trova un grande pallone in profondità sul taglio della Pulce dietro la difesa, tocco per spostare il pallone sull’uscita di Dmitrovic e appoggio comodo in rete. Si riparte e per qualche motivo misterioso Messi al 32’ parte da dietro il centrocampo senza nessun avversario tra sé e la porta. Il lancio di Rakitic gli permette di essere di nuovo davanti al portiere dell’Eibar, superato con un dolce tocco sotto. Il VAR conferma il gol e la scelta discutibile della linea di difesa dei padroni di casa. Primo tempo che però non è ancora finito, merito o demerito, a seconda dei punti di vista, di Cillessen. Al 45’ il portiere del Barca esce su un pallone lungo e prova ad allontanare di testa. De Blasis però pensa in fretta, fa rimbalzare il pallone e dalla trequarti al volo lo infila alle spalle dell’ex Ajax in affannosa rincorsa verso i propri pali. Prima parte di gara emozionante, seconda soporifera. Valverde concede minuti ad alcuni canterani e le due squadre sembrano accontentarsi del pareggio. Pique si lancia in avanti e prova il diagonale, respinto da Dmitrovic, nel finale Cucurella sfiora l’incredibile doppietta, ma il suo destro dal limite dell’area piccola è un regalo per i tifosi dell’Eibar dietro la porta.
Giornata di grandi addii e di commozione al Ciutat de Valencia, al termine di un match che non aveva molto da chiedere a entrambe le formazioni, ma che è stato caratterizzato da un enorme carico emotivo. Un incontro tra fazzoletti e lacrime per dare l’addio sportivo a diversi calciatori. È stata infatti l’ultima partita di Godin, Juanfran e Griezmann, il quale voleva salutare Madrid con un gol, ma non ce l’ha fatta. Il francese chiude comunque le sue cinque stagioni all’Atletico come quinto miglior marcatore nella storia della squadra (133 gol). Con due formazioni abbastanza rimaneggiate, Levante e Atletico Madrid terminano la Liga con un punto a testa. Gli ospiti riescono a rimontare il doppio vantaggio del Levante, nonostante l’inferiorità numerica. Un bel colpo di tacco di Cabaco sblocca il risultato al 6’ sulla sponda aerea di Vezo; Roger raddoppia al 36’ sfruttando un regalo di Thomas, che sbaglia il disimpegno, e bucando per la seconda volta Adan con un colpo sotto. Al momentaneo 2-0, con il quale si chiude il primo tempo, contribuisce anche Ruiz Ojeda, autore di almeno tre grandi parate su Griezmann, Filipe Luis e Godin. Gli uomini di Simeone rimangono in dieci uomini a inizio ripresa quando il Var interviene per decretare l’espulsione diretta per Correa, che rifila un calcione a Chema a gioco praticamente fermo. I padroni di casa sfiorano il 3-0 con un tiro dalla distanza di Campana ben neutralizzato da Adam (che oggi prende il posto di Oblak). Così l’Atletico reagisce e pareggia i conti nel finale di gara. Prima il grandissimo sinistro di Juanfran, che termina proprio sotto l’incrocio dei pali, dimezza le distanze al 68’, poi è il debuttante Sergio Camello (classe 2001) a siglare al 79’ il definitivo 2-2, insaccando in rete un primo tentativo da parte di Koke che era stato rimpallato dalla difesa levantina. Grande gioia per il canterano, che va a segno nella sua prima apparizione assoluta nella Liga. L’ultima occasione del match è sui piedi di Roger, che non trova la doppietta ma solo la traversa. L’Atletico Madrid conclude il campionato con 76 punti in classifica e ora dovrà pensare, (se non proprio a una rifondazione) a un importante rinnovamento della rosa.
Il Valencia riesce a conquistare la quarta posizione in classifica che garantisce l’accesso diretto alla prossima edizione della Champions League. Gli uomini di Marcelino si assicurano l’Europa che più conta grazie alla vittoria sul campo del Valladolid, già salvo. Gli ospiti rifilano un gol per tempo: Soler porta in vantaggio il Valencia al 36’ con il piatto destro dopo una bella giocata di gambe di Mina; poi al 52’ Rodrigo non deve fare altro che depositare in rete l’assist di Parejo e chiude definitivamente i conti. In entrambe le circostanze la difesa del Valladolid ha perso malamente il pallone, provocando così le azioni offensive vincenti.
Il Getafe quindi non riesce nell’impresa di qualificarsi per la prima volta nella sua storia alla Champions League, ma può comunque sentirsi soddisfatto di essere tornato in Europa League, 8 anni dopo l’ultima volta. Portillo fa sognare i propri tifosi al 13’ con un bel sinistro incrociato e angolato che batte il portiere avversario ma, allo scadere del primo tempo, Iborra pareggia i conti staccando più in alto di tutti sul calcio d’angolo battuto da Raba. Al 76’ Maksimovic di testa regala il nuovo vantaggio ai padroni di casa su cross dalla destra di Angel, ma Moreno fissa il risultato sul 2-2, complice anche una mezza incertezza del portiere Soria.
Sarà Europa League anche per il Siviglia. La formazione allenata da Caparrós supera l’Athletic Bilbao per 2-0. Il gol che sblocca il risultato viene messo a segno al 44’ da Ben Yedder, il cui iniziale colpo di testa era stato provvidenzialmente respinto dal portiere Herrerin, che però subito dopo si è dovuto arrendere al tap-in vincente dello stesso attaccante franco-tunisino. Il definitivo 2-0 arriva in pieno recupero a firma El Haddadi, a seguito di un batti e ribatti. Il Siviglia arriva sesto in campionato
La sconfitta dell’Athletic Bilbao a Siviglia favorisce l’Espanyol che, grazie al 2-0 sulla Real Sociedad, raggiunge l’ultimo posto utile per potere entrare in Europa, anche se attraverso i preliminari. Decidono nel secondo tempo un bel sinistro di Rosales dal limite (58’) e un destro ravvicinato di Wu Lei (65’). La squadra di Cesc Rubí beffa il Bilbao all’ultima giornata per potersi giocare l’accesso in Europa League. In questo caso sono stati decisivi gli scontri diretti, a parità di punti.
Doveva per forza vincere il Girona per sperare di rimanere in Liga. E invece quel sogno chiamato Primera Division dura solo due anni. Al Mendizorrotza arriva un 2-1 che decreta la retrocessione: l’Alaves va sul doppio vantaggio con un gol in controbalzo di Wakaso (40′) e un contropiede finalizzato da Calleri (83′). Il gol di Portu a quattro minuti dal termine serve solo a dare inutili speranze agli uomini di Sacristan.
Il Celta Vigo chiude il campionato con un 2-2 interno e trova il punto che mancava per salvarsi. Al Balaidos i galiziani vanno sotto di due reti contro il Rayo Vallecano, già retrocesso. Apre le marcature il rigore realizzato da Embarba al 29′, raddoppia un tiro da fuori di Medran al 71′. Negli ultimi dieci minuti si scatena Iago Aspas, che prima accorcia le distanze dagli undici metri (82′), poi pareggia con una bella girata al volo (92′).
L’Huesca, fanalino di coda, chiude con orgoglio battendo 2-1 il Leganes. Fa tutto Martin Mantovani: il difensore argentino prima segna un autogol, poi realizza una doppietta di testa, ribaltando così il match.