21 Apr 2019In Rassegna stampa6 Minuti

Inter-Champions a piccoli passi

LA GAZZETTA DELLO SPORT – LICARI – Ma sì, in fondo bene così per Inter e Roma. Il Milan non va oltre il pari a Parma, la Lazio si fa malissimo da sola, l’Atalanta non è attesa da una gita di Pasquetta a Napoli. E se non fosse per il Torino – davvero minaccioso per come sta risalendo la classifica – sarebbe stato quasi un successo totale. Ma questo 1-1 è lo stesso un buon risultato: s’è capito dal finale all’insegna del «meglio non rischiare che domani è festa» e dai sorrisi dei tecnici dopo il 90’. I nerazzurri consolidano terzo posto e Champions, sebbene se la vedranno con l’indecifrabile Juve di questi tempi. I giallorossi restano agganciati alle loro speranze e inoltre sono attesi dal Cagliari, impegno non impossibile. Tutto questo mentre Torino-Milan potrebbe somigliare a una semifinale. Insomma, non è stata una brutta serata. Un tempo a testa, nel primo domina la Roma trascinata da Dzeko, con El Shaarawy goleador, nel secondo meglio l’Inter, con Perisic che pareggia dopo l’entrata di Icardi.

SISTEMI UGUALI E DIVERSI Qualche domanda naturalmente resta in piedi. Se Dzeko fosse stato mostruoso per tutti i 90’. Se Icardi avesse giocato dall’inizio. Se Nainggolan e Zaniolo fossero stati loro e non le controfigure meno riuscite. Se, soprattutto, la Roma avesse mantenuto intensità e distanze del primo tempo. Di sicuro quei 45’ sono stati una bella dimostrazione di organizzazione e praticità. Si confrontavano due sistemi nominalmente identici, 4-2-3-1, ma del tutto diversa era l’interpretazione. Da un lato l’Inter con Lautaro in versione Icardi, molto attaccante «in attesa del pallone in area». Dall’altra la Roma con Dzeko nelle vesti del centravanti arretrato che fa girare palla e manovra, un regista ispirato. Alternativi anche i trequartisti: Nainggolan che sembra fare gran movimento, trasformandosi quasi in mezzala, ma stringi stringi niente, e Pellegrini che dall’altra parte si schiaccia su Dzeko.

ROMA PADRONA In questa scacchiera tattica è la Roma che si muove meglio perché più furba e meglio messa in campo. Ranieri lascia che sia Spalletti a fare la partita. Tanto ha capito che la frenesia degli attacchi può essere, se non neutralizzata (Lautaro colpisce subito un palo), almeno controllata con una difesa ben chiusa e i due mediani (Nzonzi e Dzeko) che sbarrano i corridoi interni. Riconquistata palla, però, Dzeko sembra un «10» nato per come difende il possesso e lancia il compagno meglio piazzato. L’Inter è fragile sulla sua destra e lì la Roma colpisce con uno scatenato El Shaarawy che si libera in fila indiana di D’Ambrosio, De Vrij e Vecino e scarica sull’angolo lontano. A questo controllo del territorio, Ranieri aggiunge un’altra mossa intelligente alla quale Spalletti non risponde subito: il 4-2-3-1 diventa 4-3-3 per recuperare Pellegrini in mezzo e togliere a Nainggolan le residue speranze di libertà e superiorità a centrocampo. L’Inter non va oltre attacchi un po’ frettolosi e tende a schiacciarsi sul limite dell’area, facendo poco movimento.

RECUPERO INTER Non è chiaro se si tratti di appagamento, o se nell’intervallo l’Inter trovi la soluzione: tutto all’improvviso cambia. Non è colpa del cambio Zaniolo-Under, perché il turco meritava di uscire, ma di sicuro la Roma ora si chiude con dieci uomini e a Dzeko non può riuscire il gioco di fare la sponda per le incursioni: i compagni sono e restano dietro la linea, più preoccupati di difendere. E poi è l’Inter che si aggiusta grazie alla regia di Borja Valero al quale nessuno va a disturbare il palleggio a tutto campo: ecco, a questo poteva servire il «finto» trequartista, a fare da schermo, ma è il senno di poi.

PARI PERISIC Libero Borja, e con Vecino che può aggiungersi in fase d’attacco, la Roma finisce per abbassarsi sempre più. Mobilissimo Asamoah, recuperato D’Ambrosio, risvegliato Perisic, infine dentro Icardi per Nainggolan, il 4-2-3-1 con doppia punta argentina diventa insostenibile per Fazio e compagni. Sul cross di D’Ambrosio la difesa giallorossa si sistema male (per Ranieri la responsabilità maggiore è di Cristante), in ogni caso Perisic arriva da dietro, indisturbato e libero di scegliere come colpire. Il salvataggio di Handanovic sigilla il risultato. Dal punto di vista del gioco e dell’intensità l’Europa resta lontana, dall’altra parte della Luna, come diceva Dalla dell’America. Ma in classifica Roma e Inter sono qualche chilometro più vicine.