IL TEMPO – MENGHI – Tra i «mali» del ginocchio che a Roma conoscono a memoria quello capitato a Juan Jesus è forse il meno serio, l’iperestensione innaturale dell’articolazione ha provocato una rottura meniscale e nelle prossime ore si deciderà se sottoporre il giocatore ad intervento chirurgico o tentare la cura conservativa.
L’ultima parola spetta all’esperto professor Mariani, di rientro oggi dagli Stati Uniti, che prima di esprimersi farà ripetere al brasiliano la risonanza magnetica per accertarsi che il gonfiore non abbia nascosto altre lesioni legamentose. Il menisco interno potrebbe non essere l’unico punto interessato, serviranno ulteriori esami per approfondire e capire se, come sembra, nel giro di un mese e mezzo Jesus potrebbe tornare a disposizione.
Tempi brevi che permetterebbero alla Roma di restare così in difesa, con la possibilità di utilizzare Kolarov al centro, e lascerebbero intatte le poche risorse da investire a gennaio che Monchi vorrebbe indirizzare su un centrocampista, posticipando la rivoluzione nel cuore della retroguardia a giugno. Oggi Mancini dell’Atalanta non si può prendere, il budget estivo dovrebbe invece coprire quest’eventuale spesa e dare maggiori margini di manovra al diesse, che rimane col fiato sospeso per Jesus in attesa di una diagnosi certa. Il brasiliano ha lasciato l’Olimpico in stampelle ed è andato subito a Villa Stuart, dove è tornato in mattinata per completare i test: gli hanno ordinato qualche giorno di riposo, aspettando che il ginocchio destro si sgonfi e Mariani lo visiti.
Tra oggi e domani anche Perotti si sottoporrà agli esami strumentali: si teme una nuova lesione al polpaccio sinistro, un incubo senza fine. Trattandosi nel caso di ricaduta, rischierebbe uno stop di almeno 3 settimane. Mirante resta out, Nzonzi in dubbio, Florenzi alle prese con l’influenza spera di farcela per sabato, quando torneranno sicuramente Manolas ed El Shaarawy, ieri in gruppo. Segnali incoraggianti da De Rossi, sgambata in campo e Atalanta più vicina.