IL TEMPO – AUSTINI – Sparito all’improvviso. Come la Roma. C’era una volta l’inamovibile Kolarov, leader indiscutibile e padrone della fascia sinistra. Dopo aver giocato per intero tutte le partite del girone d’andata in campionato, tre più due spezzoni in Europa League e 90 minuti negli ottavi di Coppa Italia a Parma, il serbo è partito in panchina tre volte nelle ultime quattro sfide di Serie A.
E l’unica che ha giocato, contro il Bologna, è stata forse la serata peggiore da romanista: dominato sul campo da Orsolini e soci, fischiato dai tifosi, poi riempito di insulti dopo che lui stesso ha reagito facendo qualche gesto ironico verso la Tribuna Tevere durante la partita. Quella risposta, non all’altezza del professionista che ha dimostrato di essere da quando è a Roma, gli è costata la multa della società. I dirigenti hanno deciso di punirlo, dando l’esempio anche agli altri. Perché ci sta di reagire ai fischi, ma non certo mentre si gioca e, per giunta, si sta perdendo in casa contro un rivale modesto.
Kolarov non è nuovo agli scontri con i tifosi, che non hanno affatto gradito sentirsi dire in conferenza che «di calcio capiscono poco». Da quel momento giù critiche in tutte le salse, spesso acuite a causa del suo passato da laziale, e lui, che in queste situazioni ci prova quasi gusto come ha dichiarato in passato, rispose con un inchino provocatorio verso il settore ospiti (che lo insultava durante il match) dopo un gol contro il Chievo al Bentegodi. Stavolta è andato oltre e una volta appresa la decisione della società non ha battuto ciglio: ha accettato la sanzione così come le bocciature tecniche di Fonseca. Anzi, è stato lui stesso ad ammettere un calo fisico parlando con l’allenatore. Come se le fatiche accumulate negli anni si fossero fatte sentire tutte insieme, il serbo ha perso la condizione e le prestazioni ne hanno risentito.
Così il tecnico non ha fatto altro che applicare il suo principio: gioca chi sta meglio. Ne ha fatto le spese Florenzi, ora tocca a Kolarov, che deve dimostrare sul campo di star meglio di Spinazzola prima di riprendersi il posto in campo. Magari già giovedì, anche se l’esterno umbro parte favorito per giocare titolare contro il Gent.
E pensare che a gennaio la Roma aveva fatto una scelta precisa: rinnovo di contratto per Kolarov, sacrificio sul mercato di Spinazzola, scelto come pedina di scambio per avere Politano nell’affare poi saltato con l’Inter. Un mese dopo tutto si è ribaltato, mai giallorossi avrebbero bisogno di ritrovare quanto prima il veterano ex Manchester City, una colonna portante della squadra per due anni e mezzo. È vero che Kolarov fa il difensore, ma la sua produzione offensiva è decisiva per le sorti della Roma, tra punizioni, rigori, cross e non solo: nella prima stagione in giallorosso 13 assist e 3 gol all’attivo, l’anno scorso è stato il terzo miglior marcatore della squadra con 9 reti più due assist, nella stagione in corso ha segnato 5 volte e servito 4 palloni decisivi ai compagni. Una risorsa da recuperare. Per il bene del la Roma.