Kolarov si inchina ma non si spezza: la tregua con i tifosi è ancora lontana
IL MESSAGGERO – CARINA – L’inchino della discordia. Kolarov spacca il tifo della Roma. Chi era a Verona (500 tifosi) e vicino al mondo ultras, lo vive come un gesto di sfida. La maggior parte dei sostenitori social, corre invece in soccorso del difensore. Non c’è una via di mezzo e le spiegazioni di Di Francesco nel post-gara («Credo che abbia fatto un gran gesto per chiedere scusa») non fanno altro che esacerbare le rispettive posizioni. Le immagini parlano chiaro: dopo aver segnato il gol del 3-0 al Chievo, mentre il serbo festeggia con i compagni, parte un coro di insulti e Aleksandar viene etichettato come «bastardo». A quel punto, Kolarov si gira e s’inchina verso i romanisti. Apriti cielo.
DÉJÀ VU – Kolarov non è/sarebbe nuovo ad inchini con connotati polemici. Lo fece anche dopo il gol segnato nel derby d’andata, in quel caso rivolgendosi alla dirigenza laziale con la quale non si era lasciato benissimo. Quello che sorprende, in negativo, è che sarebbe bastato poco per chiarire l’equivoco. E l’occasione c’era, visto che Sky era pronta a far parlare il difensore al fischio finale, allegando anche il filmato dell’inchino. Il club ha invece deciso diversamente e anche in mix zone il calciatore è stato scortato dagli addetti della comunicazione giallorossa al fine di non fargli rilasciare dichiarazioni. Decisione lecita che però non fa altro che alimentare divisioni e nervosismo dei quali la squadra, alla vigilia di un match importantissimo come quello contro il Porto, avrebbe fatto volentieri a meno. L’escalation del malumore nei confronti di Kolarov, trova l’apice nella risposta oltremodo piccata («Sveglia tua madre») che il calciatore regala ad un tifoso alla Stazione Termini alla vigilia della partita di coppa Italia di Firenze. Ma prima, c’era stato dell’altro. Dal battibecco all’Olimpico con la Tribuna Tevere allo sputo fantasma’ in Roma-Genoa, passando per dichiarazioni tranchant prima di Roma-Real Madrid («I tifosi devono essere consapevoli che di calcio capiscono poco»), senza dimenticare gli applausi sarcastici di Firenze dopo il 7-1, come replica agli insulti a fine gara. È chiaro che il passato laziale del calciatore non aiuta. Va però sottolineato che dopo il debutto in campionato del serbo – ormai datato due anni fa (Atalanta-Roma) – tra Kolarov e la Curva Sud s’era instaurato un rapporto di reciproco rispetto, rinsaldato dal gol al derby (7 in stagione). Rispetto che ora una delle parti ritiene sia venuto meno. Parlare aiuterebbe a capirsi o quantomeno a spiegarsi. Chiudersi a riccio, meno.