INSIDEROMA.COM – MASSIMO DE CARIDI – La Roma vince a Frosinone come aveva fatto col Bologna, soffrendo molto ma portando a casa i 3 punti. I giallorossi vengono da un mese in cui non hanno mai perso e non era mai successo nel resto della stagione, striscia positiva di 8 gare senza sconfitte e nelle ultime 10 hanno lasciato l’intera posta solo a Torino con la Juventus ma non basta per raggiungere gli obiettivi prefissati ad inizio stagione.
Una manifestazione abbandonata troppo presto e molto male (la coppa Italia) da dimenticare il più in fretta possibile ma soprattutto 2 ostacoli importanti da superare nel giro di una settimana. Gli uomini di Di Francesco sono chiamati alle sfide contro Lazio e Porto, che valgono l’intera annata.
Battere i biancocelesti non sarebbe fondamentale solo per il primato cittadino ed eliminare quasi definitivamente una diretta concorrente ad un piazzamento Champions ma vorrebbe dire rimanere in scia di un Milan che in questo momento appare avversario molto ostico e quel punto di svantaggio (quasi 2 se si considerano gli scontri diretti) pesa tanto. Altrettanto importante è la sfida del 6 marzo al Do Dragao contro il Porto, poiché passare il turno equivarrebbe al compiere un’altra impresa: confermarsi per il secondo anno consecutivo almeno tra le prime 8 formazioni d’Europa.
Il tecnico giallorosso spera nel recupero lampo di Manolas ma ci si domanda se sia il caso di rischiarlo nel derby con la possibilità di una ricaduta o tenerlo in una campana di vetro sino al match con gli uomini di Conceicao per avere un’arma in più in quell’incontro.
Da valutare anche le condizioni di Karsdorp, Under e Schick, altri elementi che potrebbero tornare utili più probabilmente a partire dalla sfida degli ottavi di Champions League ma che sarebbero alternative ulteriori per il mister romanista.
Tanti gli aspetti su cui ragionare, a partire dai tanti gol incassati contro qualunque squadra e con qualunque modulo venga fatta giocare la squadra. In molti si sono affrettati a dare le colpe a Di Francesco, reo di avere una concezione del calcio troppo “zemaniana” ma non è lo stesso allenatore che lo scorso anno aveva una delle migliori difese del campionato? Non sarà che alcuni giocatori cardine della passata stagione non ci sono più o che alcuni dei “sopravvissuti” sono in netto calo?
La difesa è meno coperta ed aiutata dai centrocampisti che hanno caratteristiche diverse da quelle dei calciatori della scorsa annata e se si segna di più ma si incassano anche tante reti in più, è forse questo il motivo più logico e non un’improvvisa follia del trainer.
C’è poi da aggiungere che se la Roma ha trovato un calciatore di grande prospettiva come Zaniolo, che si sta imponendo sin da subito, il merito è sì di chi lo ha portato a Trigoria nell’operazione Nainggolan ma anche di chi lo sta valorizzando facendolo giocare con sempre maggiore continuità e cercando di non esaltarlo troppo come sta provando a fare una certa parte di stampa, sempre pronta ad osannare ed un secondo dopo a distruggere chiunque alla prima bella giocata o rete o a fare il contrario al primo errore (vedi i fiumi d’inchiostro sprecati per denigrare un campione come Edin Dzeko).
La considerazione che ha avuto già lo scorso campionato per Under, che all’inizio era considerato “il nuovo Iturbe”, non l’avrebbero avuta tanti tecnici anche tra quelli passati da Trigoria nel recente passato o per altri calciatori che si sono poi rivelati determinanti per il raggiungimento di determinati traguardi.
Certo, diversi errori sono stati commessi dall’allenatore della Roma e qualche “fissa” gli rimane ma non tanto nel modulo quanto nel continuare a dare fiducia a giocatori che costantemente non si dimostrano all’altezza. Per chi dice che con un altro tecnico la squadra giallorossa avrebbe una classifica decisamente migliore (ovviamente, tesi non comprovata da nessuna fatto tangibile), si può rispondere in maniera altrettanto aleatoria che per la rosa che ha la Roma, il quarto posto sarebbe il massimo risultato a cui poter aspirare e se Di Francesco ci arriverà, avrà fatto non il suo dovere ma molto di più (idem per la qualificazione ai quarti di Champions League, cosa che per molti è scontata ma non è minimamente così vista la storia del club giallorosso).