LA REPUBBLICA – D’ALBERGO – Due visite a sorpresa. La prima in Campidoglio, direttamente dalla sindaca Virginia Raggi. La seconda in Acea. Entrambe con la missione di trovare qualsiasi documento o atto di nomina utile a giustificare la lunga presenza in Comune di Luca Lanzalone, l’avvocato portato a Roma dal M5S per guidare la prima cittadina sui dossier più importanti per poi finire agli arresti per corruzione nell’inchiesta nata attorno all’affare del nuovo stadio della Roma. Dal tour a doppia tappa, però, la Guardia di Finanza è uscita di fatto a mani vuote. Già, perché il Comune non ha mai formalizzato alcun contratto per il legale di Genova. Mercoledì, quando i finanzieri hanno fatto rapporto alla procura della corte dei Conti, sono andati dritti al punto: da palazzo Senatorio sono usciti con mail, scambi in cui Lanzalone e gli uffici abbozzano una trattativa per arrivare a un accordo, ma senza un vero incarico. L’uomo che per conto del Campidoglio si è occupato di abbozzare il concordato di Atac e scegliere il management di Ama, per poi concentrarsi sulla partita dell’impianto e del business park che il club giallorosso vorrebbe realizzare a Tor di Valle, ha operato senza titolo per mesi. Poi è stato premiato dal Movimento con la presidenza di Acea. Paradossi capitolini, perché ora l’intera vicenda rischia di ritorcersi proprio contro l’amministrazione pentastellata. Secondo i pm contabili, infatti, potrebbero essere due i tipi di danni causati dalla presenza dell’avvocato in Campidoglio. Da disservizio, quantificabile in base al personale e alle strutture che il Comune ha messo a disposizione di un professionista senza contratto. D’immagine, per le vicende giudiziarie in cui poi è rimasto impelagato l’ex braccio destro della sindaca. Poi c’è il risvolto politico, l’intervento della prima cittadina grillina in consiglio comunale del 7 marzo 2017. Da una parte l’ex capogruppo del Pd, Michela Di Biase, a chiedere conto del contratto che avrebbe dovuto legare l’avvocato al Comune. Dall’altra Virginia Raggi a difendersi così: «Lanzalone ha formalizzato il 10 febbraio una comunicazione con la quale veniva da me incaricato di seguire alcune vicende. In particolare anche quella relativa alla Eurnova srl». In altre parole, a occuparsi dello stadio. Immediata la replica della consigliera dem: «Dal punto di vista normativo quell’atto è nullo». Un’osservazione fondata, almeno a giudicare dalla contromossa dell’inquilina di Palazzo Senatorio. Il giorno dopo quell’assemblea è Raggi a chiedere all’avvocatura — scatenandone le perplessità — di predisporre «con la massima urgenza» i documenti per definire la collaborazione di Lanzalone, che già allora da oltre un mese trattava l’affare Tor di Valle per conto dei 5S. Quel contratto, come ha scoperto la Finanza, non c’è. Un’assenza che potrebbe costare salata al Campidoglio.